Troppi scandali hanno creato sdegno e determinato la disaffezione degli italiani. La politica deve fare autocritica e avere il coraggio di allontanare chi ha tradito la fiducia nei cittadini. Nessuna indulgenza contro corrotti. Subito una seria e severa legge anticorruzione. A parlare non è Beppe Grillo o Antonio Di Pietro, ma il presidente del Senato Renato Schifani che, al 14° congresso dell’Unione camere penali a Trieste, afferma: “Se l’Italia comincerà a superare questa lunga e sofferta depressione, oggi più che mai è urgente ed indifferibile una seria e severa legge anticorruzione, fondamentale per l’affermazione di un’etica della politica e per tornare ad essere competitivi all’interno dei nostri confini, in Europa e nel mondo”.
Schifani ha poi precisato che “la Banca mondiale ha stimato che un’efficace lotta alla corruzione potrebbe portare ad una crescita dal 2 al 4 per cento” visto che ” la Corte dei Conti ha quantificato in 60 miliardi il prezzo della corruzione, quasi 4 punti di prodotto interno lordo”. Quindi, per il presidente del Senato, “bisogna saper fare autocritica e avere il coraggio di allontanare chi ha tradito la fiducia dei cittadini”. Contro i corrotti, insiste, “nessuno sconto, nessuna indulgenza, nessuna protezione per i corrotti”.
Non è possibile, per Schifani, che la politica venga intesa come un modo “per arricchirsi spesso illegalmente”. “All’ondata di sdegno suscitata anche dalle recenti vicende giudiziarie – sottolinea – deve seguire una seria e concreta riflessione che porti a soluzioni coraggiose e forti. Soluzioni che certamente gli italiani condivideranno. E questo vale per tutti perché nessuno dei grandi schieramenti politici è stato immune da fatti di corruzione o malaffare”. ”Una seria e severa legge anticorruzione è urgente e indifferibile. Si deve approvare in tempi rapidissimi. Il testo ora all’esame del Senato è perfettibile ma non va alterato”.
Per quanto riguarda il testo ora all’esame della Commissione giustizia di Palazzo Madama, il presidente del Senato spiega che si tratta di un “provvedimento certamente perfettibile, suscettibile di modifiche”, ma il suo “contenuto sostanziale, non deve essere alterato” minimamente.