Nella serata di mercoledì la Prefettura ha siglato un provvedimento di interdizione nei confronti di un’azienda che opera che opera sui lavori di interconnessione stradale che portano al cantiere dell'Expo 2015. Si tratta della Fondazioni Speciali spa. E' la prima volta, dall'avvio dei cantieri, che una azienda viene bloccata in seguito a una 'informativa tipica'. In cui, cioè, il legame con elementi e fatti criminali è certo e tale da inibire lavori e commessa
Expo, la Prefettura blocca un’altra impresa e stavolta il collegamento con la criminalità organizzata è la base della decisione. Un fulmine, il secondo in pochi mesi, nel cielo di Milano e sotto l’arcobaleno di Giuliano Pisapia. Nella serata di mercoledì la Prefettura ha siglato un provvedimento di interdizione nei confronti di un’azienda che opera sui lavori di interconnessione stradale che portano al cantiere dell’Expo 2015. Si tratta della Fondazioni Speciali spa, società parmense di geoingegneria del gruppo Italterra con commesse in tutta Italia che sta ristrutturando la viabilità per congiungere la fermata metropolitana di Molino Dorino con l’autostrada del Laghi A8/A9.
L’azienda opera in un raggruppamento (ATI) con la Adrenalina Srl, azienda attualmente presente nel cantiere. La commessa in questione è una fra le maggiore delle opere connesse per l’accesso al sito Expo 2015 ed è stata posta in gara ad un importo pari a 123.584.975 euro + iva ed assegnata a 99.549.649 + iva; l’azienda assegnataria è il consorzio Eureco composto da alcune fra le maggiori aziende del settore come la Cmb, l’Unieco, la Cfl.
A firmare l’interdittiva è stato il prefetto in persona sulla base di una informativa tipica prevista dalla legge antimafia (n.47/1994). A seguito di indagini sono emerse informazioni pregiudiziali sulle aziende coinvolte tali da determinare il blocco automatico dell’appalto e dei lavori, senza neppure avvertire la stazione appaltante (Infrastrutture lombarde, Il Spa). La notizia ha un valore che va già oltre se stessa, si riverbera sul piano politico perché investe direttamente il problema delle infiltrazioni criminali, dei controlli e dei tempi di realizzazione delle opere connesse.
La “scomunica” segue infatti di pochi mesi un clamoroso precedente che ha visto gli organi di controllo scivolare sul bagnato. L’azienda che per prima ha messo piede sui cantieri, la Elios Srl di Piacenza, era indagata per una vicenda di bonifiche sospette in Piemonte e nessuno se n’era accorto. Una volta appresa la notizia dai giornali, è scattata la revoca dell’appalto. L’episodio aveva messo in luce l’inadeguatezza del “patto di legalità” costituito per la gestione degli appalti Expo 2015 ma la seconda interdizione alza anche la posta per tre ragioni: non è più frutto di una informativa atipica (che si limita a segnalare alla stazione appaltante fattispecie che non costituiscono direttamente un reato ma a fronte delle quali si segnala l’opportunità di una valutazione da parte della stazione appaltante) ma è l’effetto di una “informativa tipica”, il legame con elementi e fatti criminali è certo e di gravità tale da inibire subito lavori e commessa.
Il valore dell’appalto generale è molto più elevato e il subappalto interrotto coinvolge aziende di primissimo piano; i lavori non sono più per la rimozione preliminare delle interferenze ma per realizzare la cosiddetta “strad-Expo” cioè il collegamento stradale tra autostrada dei Laghi, statale del Sempione (SS11); la Fondazioni Speciali Spa non è un papa straniero ma opera stabilmente in Regione Lombardia su progetti chiave, come la Pedemontana Lombarda.
La notizia coglie di sorpresa anche i sindacati che hanno immediatamente chiesto un’incontro a Infrastrutture Lombarde, concessionaria regionale che fa capo a Regione Lombardia per sapere quali siano le ragioni del provvedimento e come si intenda tutelare i lavoratori oggi impegnati in cantiere, circa una ventina al momento. “E’ un ombra pesantissima sul cammino dell’Expo”, dice a caldo Antonio Lareno della Cgil.
Per Regione Lombardia la notizia ha anche un altro effetto. La società revocata è infatti attiva sul cantiere di una delle tre infrastrutture prioritarie della Lombardia cioé Pedemontana Lombarda. In particolare un contratto di subappalto con il contraente generale (Pedelombarda) affida a Fondazioni Speciali le opere di scavo delle gallerie di Como e Morazzone. “L’informativa – spiega il direttore generale Antonio Rognoni – ci è stata comunicata il 26 settembre e il giorno seguente abbiamo notificato la revoca sui presupposti di una interdizione antimafia. Per dare continuità ai cantieri abbiamo chiesto alle altre società (Adrenalina, ndr) di assumere i 70 lavoratori per non danneggiarli e dare continuità alle opere. A breve, il 3 o il 5 ottobre, abbiamo un incontro con i sindacati per mettere a punto la procedura”. Nessun imbarazzo per il segnale di un’avanzamento della mafia verso Expo? “Io sono un tecnico e posso solo dire che i controlli funzionano e che siamo stati tempestivi e risoluti nelle decisioni conseguenti, in 24 ore abbiamo dato seguito alla revoca”.