Quando Vimala McClure tornò negli Stati Uniti dopo aver lavorato in un orfanotrofio in India, portò con sé le tecniche di massaggio tradizionale per i bambini. Insieme a massaggio svedese, yoga e riflessologia plantare, costituiscono la base del massaggio infantile. Una pratica, spiega il sito dell’associazione italiana Aimi, in grado di apportare benefici sia al genitore che al figlio, perché contribuisce al rilassamento di entrambi, rafforza la loro relazione e previene alcuni fastidi del neonato come le coliche gassose o i disturbi del ritmo sonno-veglia. “Non è una tecnica ma un modo di stare col proprio bambino”, si legge sul sito. Se ne parla il 29 settembre a Milano al convegno organizzato da Aimi, il cui titolo è “Fiorire nella relazione”. Con argomenti che vanno dal ruolo dei neuroni a specchio al legame prenatale tra madre e figlio, il convegno è aperto a tutti, ma dedicato in particolare agli operatori della prima infanzia.

Benedetta Costa, fondatrice dell’associazione italiana Aimi e ora presidente dell’internazionale Iaim, fa molta attenzione a specificare che il massaggio infantile non è una terapia. “Chiariamolo bene perché è molto importante. Lo possono fare tutti i genitori, non è un trattamento fisioterapico e non rientra nel campo della riabilitazione: è uno strumento che noi diamo alle mamme e ai papà per stare col figlio, per entrare in contatto, giocare, comunicare, rilassarsi insieme. L’obiettivo principale è l’effetto sul processo di attaccamento, quello che viene chiamato “bonding” e che gioca un ruolo fondamentale nella formazione di un bambino”.

La fondatrice dell’Associazione italiana massaggio infantile ci fornisce qualche dato. Fondata nel 1989, l’Aimi ha formato, in questi anni, oltre seimila insegnanti di massaggio infantile e circa duemila sono i soci attivi. La professione non ha un riconoscimento giuridico ed è diffusa, in Italia, a macchia di leopardo. Per ottenere il diploma bisogna seguire un corso di quattro giorni e inviare un elaborato che comprende una parte teorica e  il resoconto di un’esperienza pratica con i genitori. “Spesso lo fa chi lavora con i bambini da zero a tre anni e con i loro genitori”, spiega Costa. “Persone impiegate negli asili nido, negli spazi per le famiglie, nei consultori o nel campo sanitario: ostetriche, psicologi, pediatri, assistenti sanitari. Abbiamo anche mamme che fanno il corso e poi trasmettono questo sapere alle altre mamme. Noi non guardiamo alla laurea con 110 e lode, ma valutiamo le motivazioni e il progetto che ci presentano”. In questi anni, racconta, è aumentato il numero dei padri che imparano le tecniche del massaggio infantile. “Sono più attivi e più coinvolti e nei nostri corsi sono i benvenuti. Ci piace poter fare qualcosa per loro, che non hanno vissuto la gravidanza, il parto e l’allattamento”.

Il convegno di Milano si terrà il 29 settembre all’auditorium San Fedele in via Ulrico Hoepli. L’obiettivo è soprattutto conoscere gli ultimi studi scientifici sull’argomento, tra i relatori ci sono psicoterapeuti e medici. Il giorno seguente ci saranno i laboratori (riservati però ai soci dell’associazione) allo Starhotels Business Palace di via Pietro Gaggia.

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