L'ingresso dell'abitazione del giovane ucciso nel 1980 a 18 anni è stato bloccato. I compagni di classe: "Sono trent'anni che facciamo manifestazioni qui, è un punto di riferimento". Nieri (Sel): "La giunta Polverini blocchi tutto e riprenda il percorso già intrapreso"
Dopo la scomparsa di Carla Verbano il 5 giugno scorso, che fino all’ultimo ha lottato per avere verità e giustizia sull’omicidio del figlio Valerio, ucciso nella propria abitazione da un commando di tre uomini il 22 febbraio 1980, gli ex compagni di scuola di Valerio, i movimenti territoriali e l’Anpi erano riusciti a strappare una promessa dalla Regione Lazio, proprietaria dell’immobile: fare della casa dei Verbano un centro studi ed una sede dell’Anpi del quartiere per mantenere vivo il ricordo di Valerio e della “madre coraggio”. Invece “ieri alcuni operai della Regione Lazio hanno murato la casa di Valerio – denuncia Stefano Paniz, ex compagno di scuola del giovane – Hanno portato via i mobili ed il divano dove è morto Valerio è stato buttato sul pianerottolo”.
L’appartamento dove i Verbano vivevano da oltre 40 anni in affitto, dove il giovane compagno Valerio fu ucciso mentre il padre e la madre erano legati in camera da letto, appartiene alla Regione e l’intenzione era quella di venderlo. “Proprio per evitare questa ipotesi – dichiara Paniz – abbiamo inviato il 6 agosto, come ‘Associazione amici e amiche di Carla e Valerio Verbano’, un fax alla governatrice Renata Polverini e all’assessore al Patrimonio per chiedere che la casa venisse affidata a noi, per farne la sede di un’associazione per la memoria, con il coinvolgimento delle istituzioni”. “Sono 30 anni che facciamo manifestazioni partendo dalla casa di Valerio, per chiedere verità e giustizia. Quel posto – spiega Paniz – è un punto di riferimento per tutto il quartiere, un presidio antifascista ma anche un luogo della memoria, per non dimenticare. Stanotte invece con un vero e proprio blitz alcuni operai della Regione hanno sigillato l’appartamento blindandolo con delle assi di ferro. Il divano su cui Valerio si accasciò gridando aiuto alla madre negli ultimi momenti della sua vita lo abbiamo fortunatamente recuperato sul pianerottolo: uno sfregio gratuito inaccettabile”.
“Avevo ottenuto un impegno di massima dalla Polverini – spiega Luigi Nieri, capogruppo di Sel in Regione – per studiare un percorso per far diventare l’alloggio un archivio della memoria di Carla e Valerio. Ora i compagni di Valerio mi dicono che gli è stato comunicato che la casa deve essere venduta, e questo è stato fatto nel peggiore dei modi, con questo blitz vergognoso. Il rispetto delle regole qui viene attuato a corrente alternata: le si fanno rispettare solo in alcuni momenti e per alcune realtà. Ho contattato immediatamente l’assessore alle Risorse Umane, Demanio e Patrimonio, Fabio Armeni, per cercare di bloccare il tutto e riprendere il percorso intrapreso in precedenza. Quello che è successo è semplicemente inaccettabile”.