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Tsunami in Grecia, 32 politici sotto accusa per tangenti e fondi neri

Venti tra ex ministri ed ex deputati, nove attualmente in parlamento, oltre al presidente e al vicepresidente della Camera dei deputati spiccano nella lista degli indagati accanto a beni liquidi per svariati milioni di euro, registri immobiliari per ville e proprietà su tutto il territorio nazionale

Venti tra ex ministri ed ex deputati, nove attualmente eletti in parlamento, oltre al presidente e al vicepresidente della Camera dei deputati. Un vero e proprio tsunami politico nella Grecia già travolta dal quasi default. Ma questa volta non c’entrano né lo spread né la troika. E’ stata pubblicata la lista dei 32 politici, i cui movimenti bancari sono finiti nell’occhio del ciclone per presunti fondi neri e appropriazioni indebite. E che sono al vaglio del procuratore generale nazionale che presiede i crimini fiscali. Beni liquidi per svariati milioni di euro, registri immobiliari per ville e proprietà su tutto il territorio nazionale, operazioni con diretto coinvolgimento dei politici nell’acquisto di armamenti per lo Stato, scandalo Siemens incluso. Anche i bilanci di una fondazione di beneficenza. C’è di tutto nell’elenco pubblicato oggi dal magazine Zoungla che sta facendo tremare i palazzi del potere sotto l’Acropoli.

Ecco la lista completa: Panos Kammenos, attuale leader del partito Indipendenti Greci: saranno aperti i suoi conti correnti bancari, come già richiesto dal pubblico ministero inquirente e controllate le sue proprietà immobiliari a Itea e Galaxidi; Nikitas Kaklamanis, deputato di Nea Dimokratia, controllato per il periodo in cui era sindaco di Atene e sul quale l’indagine ha preso il via dopo una denuncia del giugno 2012 relativa a crimini nel settore radiofonico della città e depositi su conti all’estero; Athanasios Nakos, vicepresidente del parlamento, per il quale l’indagine è iniziata il 15 marzo 2012 e il controllo è in fase di raccolta dati; Evangelos Meimarakis, attuale presidente della Camera, controllato per presunti fondi neri, operazioni immobiliari illegali e conti all’estero; Iorgos Voulgarakis, ex ministro dell’Ordine pubblico, cultura e marina mercantile, per lui la Procura della Repubblica ha inviato il 18 luglio 2012 la richiesta di apertura dei conti correnti bancari, suoi e di sua moglie; Michalis Liapis, ex segretario dei Trasporti e della Cultura, controllato sulla base di una denuncia per arricchimento illecito; Aris Spiliotopoulos, deputato di Nea Dimokratia: dopo una denuncia anonima controllato per movimenti dei conti bancari; Michalis Karhimakis, ex segretario del Consiglio Nazionale del Pasok, controllato dopo una denuncia anonima per arricchimento illegale, su beni e servizi acquistati con l’aiuto di prestanomi (tre hotel).

E ancora, Spilios Spiliotopoulos, ex ministro della difesa; Nikos Konstantopoulos, ex presidente del Syriza; Elizabeth Vozenmpergk, ex deputato di Nea Dimokratia; Iorgos Orfanos, ex vice ministro dello Sport (2004-2007) con Nea Dimokratia; Marina Chrysoveloni, deputato di Indipendenti Greci; Yiannos Papantoniou, ex ministro delle Finanze e della Difesa Pasok, controllati conti correnti anche di sua moglie; Antonis Bezas, deputato Thesprotia; Nikos Tagaras, ex vice governatore di Corinto e deputato di Nea Dimokratia; Panagiotis Fassoulas, ex deputato Pasok ed ex sindaco del Pireo; Elpida Tsouri, vice ministro degli Affari marittimi; Filippos Foudis, candidato parlamentare con i Verdi ecologisti; Alexandros Voulgaris, ex deputato del Pasok; Leonidas Tzanis, ex deputato del Pasok, indagine iniziata il 31 maggio 2012 e attualmente si stanno aprendo i vari conti bancari; Ioannis Anthopoulos, ex Segretario della Pubblica Istruzione (Pasok).

E infine, Anastasios Mandelis, ex ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni con Pasok, per il quale la verifica fiscale è condotta nell’ambito dello scandalo Siemens; Ioannis Sbokos, ex segretario generale del MoD; Apostolos Fotiadis, ex vice ministro delle finanze Pasok, sottoposto a revisione per spese effettuate dal 2000 al 2012 che hanno riguardato le proprietà dello Stato; Fevronia Patrianakou, deputato di Nea Dimokratia, denunciata dall’ispettorato del lavoro; Nikos Andrianopoulos, ex segretario generale del ministero delle Finanze; Fotis Arvanitis, un ex deputato Pasok; Dimitris Apostolakis, ex ministro della Difesa durante il governo socialista di Costas Simitis; Christos Verelis, ex ministro dei trasporti e delle comunicazioni; Costantino Liaskas, ex ministro; Christos Zachopoulos, ex segretario generale del Ministero della Cultura; Petros Mantouvalos, avvocato ed ex deputato con di Nea Dimokratia; Michalis Chalkidis, ex deputato di Nea Dimokratia, accusato di arricchimento illecito; Iorgos Patoulis, sindaco di Maroussi (sobborghi ateniesi); Fondazione di beneficenza “Konstantinos Karamanlis”, di proprietà della famiglia Karamanlis, di cui l’ultimo rappresentante politico è stato premier due sessioni elettorali fa.

Dulcis in fundo, Akis Tsochatzopoulos, ex ministro della difesa e braccio destro dell’ex premier Andreas Papandreou, padre del Pasok, in carcere assieme alla sua consorte dallo scorso maggio, accusato di aver messo in piedi un sofisticato ciclo di società off-shore in svariati paradisi fiscali del mondo, per almeno cento milioni di euro. Fonti investigative non ufficiali confermano che proprio quest’ultimo starebbe tirando in ballo l’intera infrastruttura politica greca che sarebbe stata compiacente alle operazioni. C’è un giudice, (donna), ad Atene. E pare stia facendo il suo lavoro.

Twitter@FDepalo