Lo sfogo dell'imprenditore veneto Fortin: "Abbiamo sempre fornito le pettorine all'iniziativa, quest'anno ci hanno comunicato che le acquisteranno nel paese asiatico. Così si impoverisce il paese e si premiamo aziende senza scrupoli"
La famiglia Agnelli scarica il made in Italy anche nelle opere di bene. ”Nemmeno la ricerca e la solidarietà sembra abbiano più bisogno dei prodotti italiani: Telethon, organizzatrice della manifestazione “30 ore per la vita”, ha comunicato ai fornitori che quest’anno intende acquistare gadget, pettorine e altri prodotti, da aziende cinesi”, ha denunciato oggi Cristian Fortin, titolare dell’impresa artigiana Nova Shopper, di Pernumia, in provincia di Padova, specializzata in produzioni di borse ed articoli in stoffa pubblicitari.
L’azienda veneta è stata per anni un abituale fornitore della Fondazione Telethon, l’ente delle maratone benefiche che in Italia è arrivato nel 1990 dopo l’incontro tra i volontari dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm) e Susanna Agnelli che l’ha presieduto fino all’anno della sua morte, nel 2009. A succederle è stato il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, che lei stessa aveva designato prima di morire.
“Da alcuni anni, poco prima della pausa per le ferie estive Telethon Onlus, attraverso una sua agenzia romana di marketing, ci ordinava un quantitativo di pettorali in Tnt (il “tessuto non tessuto”, ndr) con il proprio logo da utilizzare nel corso delle varie manifestazioni ed iniziative di raccolta fondi. In particolare quest’anno – racconta Fortin – la nostra offerta riguardava 6.800 pettorali, per un totale di circa 6mila euro più Iva. A inizio agosto la sorpresa: chiamata l’agenzia per avere notizie sull’ordine sono stato informato che Telethon ha optato per un prodotto cinese”.
Per l’imprenditore veneto “una brutta sorpresa e un rammarico. Già non comprendo la logica della delocalizzazione che impoverisce il territorio e tanti onesti lavoratori italiani per arricchire pochi imprenditori senza scrupoli – attacca – ma che questa pratica venga adottata da un’organizzazione benefica che, giustamente, si preoccupava di avere da noi fornitori tutte le certificazioni del caso, non lo accetto”. Non solo. “Telethon, nel corso del programma ’30 ore per la Vita’ chiede a noi italiani un’offerta per aiutare la ricerca (italiana)”, continua l’imprenditore. Il riferimento è agli istituti di ricerca finanziati dalla Fondazione, tra i quali da sempre spicca il San Raffaele, nelle sue varie emanazioni (Università, Irccs e Fondazione Monte Tabor) ma anche attraverso la joint-venture Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica fondato dai due enti nel 1995. Telethon, quindi, secondo Fortin “non può permettersi di utilizzare materiale cinese senza certificazioni e che rischia di essere stato prodotto a dispetto delle più elementari regole sul lavoro e sull’ambiente”.
Intanto sul fronte Fiat l’erede degli Agnelli che presiede il Lingotto, John Elkann, rivendica un ruolo primario nel Paese. “Noi siamo il più grande investitore che c’è, quest’anno abbiamo fatto un grosso investimento a Pomigliano e siamo orgogliosi di questo grande esempio, a Grugliasco saranno lanciate fra poco le Maserati, è un altro investimento di un miliardo per rilanciare il Made in Italy”, ha detto rispondendo alle accuse mosse a Torino sugli scarsi investimenti nel Paese dopo l’abbandono del progetto Fabbrica Italia.
Riceviamo dall’ufficio stampa di Telethon la seguente precisazione:
In relazione alla notizia diffusa nei giorni scorsi, vorrei precisare che la missione della Fondazione Telethon è quella di far avanzare la ricerca biomedica italiana verso la cura delle malattie genetiche, finanziando eccellenti progetti di ricerca in Italia. E’ questo il nostro contributo al “made in Italy”, che solo nel Veneto si e’ tradotto in 312 progetti finanziati per un totale di 38,4 milioni di euro. Per assicurare alla ricerca più fondi possibili, Telethon si impegna a contenere le spese per la raccolta fondi e per il funzionamento generale dell’organizzazione, cercando di perseguire la maggiore efficienza possibile. È questo il motivo per cui la nostra Fondazione ha deciso di acquistare in Cina alcuni prodotti utilizzati per promuovere le donazioni: un notevole vantaggio economico e quindi un risparmio di risorse che la Fondazione trasferisce sotto forma di maggior fondi alla ricerca. Il sistema di gestione degli acquisti di Telethon, oltre a garantire la trasparenza rispetto ai fornitori, monitorare la qualità dei prodotti approvvigionati, evitare il manifestarsi di qualsiasi conflitto d’interesse, vuole infatti assicurare la selezione delle scelte più vantaggiose. E, nel caso dei pettorali prodotti in Cina, ci siamo comunque preventivamente assicurati che la produzione avvenisse nel rispetto delle leggi che tutelano l’ambiente e I diritti dell’uomo.
Marco Piazza, direttore relazioni esterne Fondazione Telethon
Riceviamo dall’ufficio stampa dell’Associazione Trenta ore per la Vita Onlus la seguente precisazione:
In merito ad alcuni articoli apparsi su quotidiani e web in data 29 settembre 2012, in cui venivano riportate delle affermazioni “virgolettate” del signor Cristian Fortin, citato in tali articoli come il titolare dell’impresa “Nova Shopper” di Perumia (PD), sulla decisione di “Telethon” di acquistare i propri gadget sui mercati asiatici e non dalla sua azienda, viene accostato il nome della manifestazione di raccolta fondi “Trenta Ore per la Vita” a “Telethon” affermando che l’evento “Trenta Ore per la Vita” è un’iniziativa promossa da “Telethon”. Si precisa che l’evento “Trenta Ore per la Vita” non è assolutamente organizzato da “Telethon” (con il quale, la nostra associazione non ha alcun tipo di rapporto) ma, invece, dall’Associazione Trenta Ore per la Vita Onlus che, peraltro, non ha mai avuto rapporti di fornitura con la citata “Nova Shopper” . Ciò premesso si invita ad una sollecita rettifica considerate le negative ricadute che “Trenta Ore per la Vita” potrebbe avere a seguito delle citate erronee dichiarazioni che sono state riprese dalla stampa e che stanno diffondendosi sul web e sui social network.