Cronaca

Rivoli, il funzionario del Comune firma le determine per affidarsi il lavoro

L'impiegato ha incaricato se stesso e un collega di redigere una variante urbanistica e poi si è pagato. Ma non ci sono state violazioni né di legge né di regolamenti: l'affidamento di mansioni agli interni è previsto per limitare i costi. Ma il sindaco non ha gradito: "Provvedimenti non illegittimi, ma inopportuni"

Chi meglio di se stesso può valutare le proprie “specifiche competenze tecnico-professionali e attitudinali” e quindi affidarsi un lavoro a spese dei cittadini? Forse è stata questa riflessione a portare un funzionario del Comune di Rivoli (sezione Urbanistica) a produrre e firmare due determine, “approfittando” dell’assenza del dirigente dell’ufficio, Elisabetta Scatigna, che in quel momento si trovava in vacanza.

Con la prima (numero 750, 9 luglio) ha incaricato lui e un collega di redigere la variante 17p del piano regolatore del Comune, approvato il 27 giugno (in quella data da Palazzo civico ha deliberato per creare appartamenti di lusso all’interno del convento delle Giuseppine). Con la seconda invece, in tempo record, il 6 agosto non appena ha concluso il lavoro auto-affidatosi, ha prodotto e siglato la seconda determina, con la quale è stata decisa la retribuzione per quel mese scarso di lavoro: 10mila e 500 euro circa. In questa però non vengono inseriti gli allegati e quindi non vengono resi pubblici i nomi dei beneficiari, in nome della privacy.

A sua parziale discolpa c’è da dire che ha fatto risparmiare il Comune, abituato a sborsare dai 13 ai 18mila euro per determina. Ma la vicenda non è passata in sordina, con i sindacati che hanno scritto al sindaco per chiedere chiarimenti. Nella missiva viene richiesto che il primo cittadino faccia cessare “queste disparità di trattamenti tra dipendenti sugli incentivi, che ricadono sempre su pochi”. Il funzionario comunque non avrebbe infranto leggi o regolamenti, in quanto a Rivoli è previsto l’affidamento di quel tipo di mansioni anche a dipendenti interni, così da limitare i costi.

Il sindaco, Franco Dessì (Pd), non ha però gradito l’intraprendenza del funzionario, spiegando che a suo parere le due determine sono “se non illegittime, quantomeno inopportune”. I problemi secondo il primo cittadino sono due: il primo è che gli atti non sono stati firmati dal dirigente dell’ufficio, il secondo riguarda l’aspetto economico. Infatti ha spiegato Dessì che nonostante non vi siano palesi infrazioni, ha bloccato l’iter degli atti e quindi il pagamento per la prestazione professionale, ma solo fino a quando sarà verificata la congruità della spesa. Per quanto riguarda il funzionario il sindaco ha reso noto di aver ricevuto una lettera di scuse per quanto accaduto, dove si riconosce la mancanza di opportunità a stilare e firmare quegli atti. Ma tutta questa vicenda potrebbe avere dei risvolti positivi, con il primo cittadino che prospetta di rimettere mano al regolamento degli incentivi (e quindi degli affidamenti di mansioni extra al personale comunale).

Anche per quanto riguarda la variante del piano regolatore, che ha permesso la conversione dell’ex convento in struttura abitativa, le opposizioni hanno sollevato alcune perplessità. Infatti la Promar Srl che ha rilevato l’immobile (2009) e che cura il piano residenziale, fin dal 2010 ha pubblicizzato la vendita di appartamenti su internet. Nel farlo ha anche utilizzando anche lo stemma comunale, sebbene in consiglio la variante al piano regolatore sia arrivata solo dopo due anni. Per questo motivo Giuseppe Morena, consigliere per Rivoli Democratica, ha proposto che il Consiglio comunale agisca in sede legale per chiedere i danni da uso improprio del sigillo cittadino.