Non c’è nessuna intenzione di riaprire l’iter del ponte sullo stretto di Messina. Lo fa sapere il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che attraverso il suo portavoce, sgombera ogni dubbio su ciò che il governo pensa di fare dell’opera pubblica: “Non esiste l’intenzione di riaprire le procedure per il ponte sullo stretto di Messina, anzi – ha spiegato Jacopo Giliberto – al contrario, il governo vuole chiudere il prima possibile le procedure aperte anni fa dai precedenti governi, e per farlo deve seguire l’iter di legge”. L’ipotesi, riferita stamane dal quotidiano “La Repubblica”, viene così smentita. 

Numerose sono state le reazione all’indiscrezione del quotidiano diretto da Ezio Mauro, a partire dagli ambientalisti. “Ieri abbiamo appreso dalle parole del sottosegretario Polillo  – ha dichiarato il presidente dei Verdi Angelo Bonelli – che il governo non ha i soldi per le bonifiche di aree dove l’inquinamento compromette la salute dei cittadini mentre oggi apprendiamo dai giornali che il ministro dell’Ambiente Clini avrebbe riattivato le procedure per il Ponte sullo Stretto di Messina.  Tradotto, significa buttare 8,5 miliardi di euro per soddisfare le lobby del cemento mentre il paese cade a pezzi a causa del dissesto idrogeologico e non ci sono fondi per il trasporto pubblico e per bonificare i territori devastati dall’inquinamento”. 

Anche dal Partito Democratico, con i senatori ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, si sono espressi negativamente sull’indiscrezione: “Clini e Passera smettano di cimentarsi in questo ridicolo accanimento terapeutico su un’opera morta e sepolta”. E anche dall’Idv sono arrivate delle critiche all’ipotesi: “Sono ben altri gli investimenti in infrastrutture – ha detto il senatore Felice Belisario – che servono per rilanciare lo sviluppo del Sud, il Ponte è un’opera faraonica tanto inutile quanto dannosa sotto il profilo ambientale”.

 

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

L’orgia del potere e le biciclette

next
Articolo Successivo

Corruzione e ambiente: 78 inchieste in due anni, record in Lombardia

next