Da un paio di settimane, su SkyUno, è ricominciato Xfactor. Bella notizia per chi ama un talent show che abbia qualcosa da dire e che non si basi, tipo Amici di Maria De Filippi, su una commistione indigesta di musica e gossip. Ogni volta che ci capita di rivedere Xfactor, il primo pensiero corre a quei dirigenti del settimo piano di viale Mazzini che hanno fatto scappare dalla Rai l’unico talent/reality ben confezionato e che ha qualcosa da dire al pubblico televisivo. Il secondo pensiero, però, corre a uno dei quattro giudici, e precisamente a Simona Ventura da Chivasso, ex regina della tv generalista che da un paio d’anni si è accasata a Sky dopo l’addio a Quelli che il calcio.

Il suo ritorno a Xfactor (era già stata giudice delle prime due edizioni su RaiDue) è come sempre un mistero: cosa sa, Simona Ventura, di musica? Poco o nulla, in realtà, ma almeno trattasi di una signora della tv e quindi di spettacolo in senso lato un po’ se ne intende. Quello che non si riesce proprio a capire della sua presenza nel talent ideato da Simon Cowell, è l’atteggiamento terribilmente arrogante che spesso mostra nei confronti dei concorrenti. Non concorrenti qualsiasi, si badi bene, ma soprattutto donne, possibilmente piacenti e, il più delle volte, brave e carismatiche. Il giudice Ventura sembra confermare il cliché “Eva contro Eva”, scagliandosi contro giovani donne talentuose che, ai suoi occhi, appaiono sempre “arroganti, false e convinte di essere dive”. È la donna televisiva magari un po’ agée che si sente minacciata dall’arrivo in riserva di ragazze più giovani e pimpanti, che magari sanno anche cantare e mettere due parole di seguito che non siano solo “Non duri il tempo di un gatto in tangenziale”?

Fatto sta che Simona Ventura anche nell’ultima puntata di audizioni, andata in onda giovedì sera, ha confermato questa sua attitudine alla lotta nel fango: arriva sul palco Carmen Serra, bella e brava cantante siciliana, con un bel po’ di esperienza musicale e una carriera che si è bloccata proprio alle porte del grande successo. Lei, in effetti, simpaticissima non è, ma fa quello che deve fare (cioè cantare) in maniera egregia. La Ventura si scatena in frasi stizzite del tipo “e che modi sono”, “e quanta antipatia”, “l’umiltà prima di tutto”. Ora, possiamo anche sorvolare sul fatto che sia la signora Ventura a predicare umiltà (sic!), trasformandosi in novello San Francesco, ma sull’atteggiamento terribilmente aggressivo nei confronti di una concorrente no. Non è nuova Simona a questi scatti d’ira nei confronti di altre donne. E allora viene da chiedersi che dietro non ci sia un problema di lunga data del mondo della televisione: ci si scanna così tanto per arrivare al top e mantenere il successo acquisito, che per difendere rendite di posizione o per mera invidia femminile ci si abbandona a scenate del genere. E pensare che da anni ci sgoliamo per dimostrare quanto sia maschilista la tv italiana, quanto degradante sia il ruolo che i capi (maschi) hanno assegnato alle donne nel piccolo schermo.

Poi, basta assistere a una delle sceneggiate di Simona Ventura per capire che il problema forse è più semplice e somiglia tanto al motivo per cui in politica le donne non sono abbastanza rappresentate: tra loro, non solo non si supportano a vicenda, ma quando possono si mettono i bastoni tra le ruote. Simona Ventura, che televisivamente parlando è il prototipo del successo derivante dall’assoluta mancanza di talento, evidentemente non può sopportare che ci sia una bella e affascinante cantante trentaquattrenne dotata di talento, e allora giù bastonate contro la possibile minaccia. Parafrasando il Nanni Moretti di piazza Navona, verrebbe da dire che “con leader così, le donne in tv non vinceranno mai”.

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