Il presidente del deputati del Pdl al Parlamento europeo, legato a Cl, spiega su 'Avvenire' l'urgenza di trovare una guida per il partito "che non abbia esaurito la sua carica". Adesso, infatti, “non saranno trovate dell’ultimo istante a convincere un popolo oramai ostile a campagne elettorali fatte di discussioni sul nulla”
L’identikit è chiaro: “serve un candidato capace di dire cose credibili sull’Europa e sul recupero di competitività nel nostro Paese”. Altrimenti “meglio archiviare definitivamente il Pdl” e “chiudere bottega”. Sono dure le parole di Mario Mauro, il presidente del deputati del Pdl al Parlamento europeo legato al movimento di Comunione e Liberazione, che ad Avvenire liquida definitivamente l’era Berlusconi e spiega che il partito “per continuare ad esistere ha un disperato bisogno di un nuovo leader”.
In particolare, aggiunge, ”abbiamo bisogno di qualcuno che non abbia esaurito la sua carica, che non abbia terminato la sua parabola. Il partito per continuare a esistere ha disperato bisogno di un nuovo leader. Se non lo troviamo, meglio chiudere bottega”. Adesso, prosegue, “serve un dibattito serio, e non saranno trovate dell’ultimo istante a convincere un popolo oramai ostile a campagne elettorali fatte di discussioni sul nulla”. E avverte: “Se la nostra mossa a sorpresa fosse cercare di far ricadere sull’Europa la responsabilità per quanto non riusciamo a fare da vent’anni, sarebbe pura follia”.
Il parlamentare commenta anche la figura di Matteo Renzi che, nonostante sia “ancora acerbo”, “esprime un’incredibile voglia di cambiamento”. “E se poi di là passa il messaggio ‘mai più un partito ex comunista’, di qua dovrà prendere forma un partito nuovo che non sia più una corte e che sappia riscoprire una storia”.
Parole che non sono piaciute a Sandro Bondi, ex coordinatore nazionale del Pdl. “Non sono d’accordo né con Mario Mauro né con Gianni Alemanno“, spiega il deputato criticando anche il sindaco di Roma che nei giorni scorsi aveva chiesto una svolta per rifondare il centrodestra, “una realtà che ha bisogno non solo di valori, che ci sono, e di riferimenti politici, ma che ha bisogno di comportamenti che rendano credibili questi valori”. Bondi ha aggiunto che in questo momento “la parola d’ordine non deve essere quella di ripudiare la nostra storia e di disconoscere con una certa leggerezza il ruolo del presidente Berlusconi. Auspicare scissioni o nuovi inizi è nel migliore dei casi una illusione foriera di ulteriori imprevedibili problemi”. Secondo il senatore l’impegno “deve essere positivo e costruttivo, con un lavoro certosino e costante rivolto al rafforzamento, al consolidamento e soprattutto ad un autentico rinnovamento. Bisogna partire dalle difficoltà obiettive, non per smantellare quello che in questi anni abbiamo costruito faticosamente, bensì per sostenere il nuovo corso che con l’elezione di Angelino Alfano il presidente Berlusconi ha voluto imprimere alla vita del partito”.