Nichi Vendola correrà alle primarie del centrosinistra. “Per scacciare il fantasma del Monti bis e trasformare le primarie da ennesima faida di partito a occasione di svolta per il paese, ci vediamo al Mav di Ercolano, sabato 6 ottobre alle 18″, scrive il leader di Sel con un messaggio sul suo sito. E conclude: “Accetto la sfida per vincerla”.
L’annuncio della sua candidatura, secondo Marina Sereni, vicepresidente dell’assemblea nazionale del Pd, “è positivo e va nella direzione di una riorganizzazione del campo progressista e democratico volta ad unire le forze pronte ad assumere responsabilità di governo dopo il voto del 2013”. Per questo motivo, puntualizza Sereni, “Bersani ha proposto a Vendola, così come a tutti gli altri candidati alle primarie, di sottoscrivere un accordo politico e programmatico chiaro ed esigibile che garantisca, accanto agli obiettivi della crescita, del lavoro e dell’equità, il rispetto degli impegni assunti in Europa e un patto di legislatura con le forze moderate di centro per portare avanti un programma di riforme profonde che, anche dopo il voto, saranno necessarie e richiederanno una vasta alleanza politica e sociale”.
Anche Antonio Di Pietro commenta in un’intervista a Pubblico la candidatura di Vendola (“Mi fa piacere”) anche se si riserva di sostenerlo dopo avere visto il programma. Quanto alla sua candidatura, Di Pietro spiega: “Allo stato per come la legge elettorale si prefigura, anche se scommetto che se ne farà una nuova passando dalla padella alla brace, non ci stanno le coalizioni, quindi non mi devo candidare alle primarie del Pd: sono il presidente dell’Idv. Non posso partecipare a primarie che non mi appartengono”.
Con la decisione di Vendola di scendere in pista saranno sei i candidati alle primarie del centrosinistra: Pierluigi Bersani, Matteo Renzi, Laura Puppato, Sandro Gozi (tutti e quattro del Pd), Nichi Vendola (Sel) e Bruno Tabacci (Api).
Sei contendenti come nelle primarie del 2005, quelle che incoronarono Romano Prodi candidato premier dell’Unione. In quell’occasione, oltre al Professore si presentarono Fausto Bertinotti, Clemente Mastella, Antonio Di Pietro, Alfonso Pecoraro Scanio, Ivan Scalfarotto e Simona Panzino. La consultazione si concluse con la netta affermazione di Prodi, al quale andò il 75 per cento dei voti; Bertinotti ebbe il 14,6, Mastella il 4,5, Di Piero il 3,3, Pecoraro Scanio il 2,2, Scalfarotto lo 0,6 e Panzino lo 0,5.
Altre due volte, nel 2007 e nel 2009, il Pd ha fatto ricorso alle primarie per sceglier il proprio leader. Nel 2007 la corsa si svolse tra cinque contendenti: Walter Veltroni (che vinse con il 75 per cento), Rosy Bindi, Enrico Letta, Mario Adinolfi e Piergiorgio Gawronski. Le primarie del 2009 furono vinte invece da Bersani segretario con circa il 53%. La corsa fu a tre, infatti parteciparono anche Dario Franceschini (34%) e Ignazio Marino (13%).