E’ in pieno svolgimento a Bucharest il convegno organizzato dal Club di Roma con il titolo “Il potere della mente”. Si, proprio il Club di Roma, quello che aveva sponsorizzato, 40 anni fa, lo studio noto in Italia come “I Limiti dello Sviluppo”. Quello studio tanto vituperato e dipinto come “sbagliato” e che oggi ritorna sotto gli occhi di tutti. Non c’era niente di sbagliato in quello studio e l’evoluzione del sistema economico globale ha seguito gli scenari di “business as usual” dello studio e oggi ci troviamo sull’orlo di quella che era la previsione fondamentale dello studio: collasso. Quello che stiamo vedendo succedere oggi nel mondo potrebbero essere i primi sintomi che il mondo è veramente sull’orlo del collasso.
Evidentemente, ci sono dei fattori che i modelli non consideravano e che accelerano la velocità del cambiamento. Li potremo comprendere e quantificare nel prossimo futuro, ma il punto fondamentale è che ci stiamo muovendo a velocità inaspettata verso un cambiamento che non siamo preparati ad affrontare. Il limite dei 2 °C di riscaldamento sembra ormai destinato ad essere superato e, anche se potessimo mantenerci sotto quella temperatura, i danni all’economia e alla popolazione umana sarebbe immenso. Ma si parla ormai di un livello di 4 °C di riscaldamento come inevitabile, e come potremo adattarci ai cambiamenti portati al nostro pianeta da temperature che non si vedevano da molti milioni di anni?
La gravità della situazione è stata chiaramente percepita al convegno di Bucharest. Ne hanno parlato gli oratori e se ne è parlato nelle conversazioni informali fra i partecipanti. C’è una sensazione di estrema urgenza e della necessità di agire subito contro il cambiamento climatico. Purtroppo, in tutto il mondo, per il momento né i politici né l’opinione pubblica riescono a capire come stanno veramente le cose. Si tratta di vedere se la realtà della situazione riuscirà a diffondersi uscendo dal mondo un po’ ristretto degli esperti che si sono riuniti a Bucharest per raggiungere la coscienza collettiva umana. Non è impossibile. In fondo, il messaggio non è complicato: dobbiamo smettere di bruciare combustibili fossili, altrimenti siamo condannati alla povertà, se non all’estinzione.