Doppia personalità, un tempo la letteratura ottocentesca e psichiatrica era ricca di casi di questo tipo. Durante una lezione nella scuola di specializzazione un’insegnate mi raccontò un aneddoto. Stava facendo il solito giro di visite con il primario presso il reparto di psichiatria di Bologna quando si imbatté nella stanza di una donna. La donna era voltata di spalle, quando la dottoressa ed il primario entrarono la paziente si voltò salutando con una voce profonda e maschile i dottori. Pare che il primario fumò con una sola tirata tutta la sigaretta. Ebbene sì, anche chi è del mestiere non si abituerà mai a questi casi, sempre più rari di doppia personalità. E’ un po’ quello che è successo a me quando ho visto questo video in cui Renzi l’obamiano, Renzi il polically correct, quello che se non dovesse riuscire a rottamare, appoggerebbe i suoi “non nemici”, attacca in modo volgare, violento e offensivo un’oncologa che critica i termovalorizzatori con dati alla mano.
Renzi l’obamiano, Renzi il politically correct, Renzi il bonaccione toscanaccio tanto corretto, definisce a voce alta l’oncologa “un’apprendista alchimista”, nega che i termovalorizzatori siano dannosi e viene rimproverato da tutti gli astanti per il suo modo facinoroso di discutere. Se non avessi visto quello che Renzi propone durante il suo format teatral-politico, il modo in cui sorride, le sue maniche accorciate e i gran saluti a denti bianchi, non mi sarei stupita: il metodo La Russa ha fatto scuola, mi sarei detta. Ma allora cos’è successo? Renzi ha una doppia faccia? è il nuovo Giano bifronte della politica?
“Il rischio è elaborato dal nostro sistema cognitivo attraverso due vie: la via analitica e quella esperienziale. La prima, situata nella neocorteccia, ci permette di elaborare le informazioni in modo logico. Questa forma di elaborazione è lenta e richiede un grande impegno cognitivo, di conseguenza, non è adatta quando si deve prendere una decisione velocemente (come accade nella maggior parte dei nostri comportamenti quotidiani), ma quando si vuole valutare e ponderare con calma un rischio che si vuole affrontare (per esempio nel caso di investimenti finanziari). La seconda via è, invece, veloce ed automatica. Secondo alcune ricerche sembrerebbe che questa via funzioni tramite le reazioni emotive che sono associate al rischio: se la reazione è positiva allora l’oggetto non è rischioso. Gli individui si creano con l’esperienza una serie di connessioni in memoria tra il rischio e le emozioni associate, creando così un processo automatico di reazione al rischio. Spesso, queste reazioni sono veicolate da immagini che possediamo nella nostra mente: “le informazioni sul rischio hanno un impatto sul nostro comportamento solo se riescono a creare nella nostra mente immagini cariche di emotività” (Savadori, 2003, pag. 233). Per questa ragione, lo studio di come le persone percepiscono un rischio diventa centrale al fine di comprendere come gli individui lo affrontano.”
Ma lo spin doctor di Renzi gliele legge queste ricerche scientifiche? Direte che sono pedante ma i dati delle ricerche scientifiche sono fondamentali: il cittadino ha bisogno di essere informato sui dati di fatto o i dubbi in corso e non imbonito e preso per la collottola tramite le emozioni.