L'incidente nel reparto Grf (Gestione recupero ferro) sottoposto a sequestro. Oggi l'ok del Senato, con 247 sì e 20 no, al decreto sull' Ilva che reca disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio di Taranto
Un operaio dell’Ilva, Giuseppe Raho, di 34 anni, ha subito ustioni di primo grado in seguito allo scoppio delle scorie incandescenti di un contenitore denominato “paiola”, all’interno del reparto Grf (Gestione recupero ferro), uno di quelli sottoposti a sequestro lo scorso 25 luglio dal gip di Taranto, Patrizia Todisco, nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria che vede i vertici aziendali e societari dell’Ilva accusati di disastro ambientale. Secondo la versione fornita dai sindacati, l’operaio stava ripulendo con un’attrezzatura speciale montata su un escavatore l’interno di un convertitore di acciaieria quando, improvvisamente, sono saltati alcuni pezzi di scorie incandescenti che hanno rotto il vetro della cabina di guida dell’escavatore. In questo reparto la pulizia dalle scorie di convertitori e siviere avviene utilizzando martelli pneumatici particolari, con i quali gli operatori frantumano le scorie che, durante il processo di lavorazione, si solidificano all’interno dei grandi contenitori usati nel ciclo siderurgico.
L’incidente è avvenuto proprio oggi, giorno in cui c’è stato l’ok del Senato, con 247 si’ e 20 no, sull’approvazione in via definitiva del decreto sull’ Ilva. Il provvedimento che reca disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio di Taranto, è convertito definitivamente in legge. Solo la Lega vota contro.
Per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. il caso dell’Ilva è “scandaloso”, e se dovesse chiudere sarebbe “bomba atomica”. “Se mai dovesse accadere che un atto amministrativo faccia chiudere quella che è la più grande industria siderurgica d’Europa – ha spiegato – sarebbe per noi come una bomba atomica. Nel mondo, dove già ci considerano un posto dove venire solo in vacanza, diranno che da noi attività imprenditoriale non si può fare. Al massimo potrebbero venire qui comprare le nostre aziende e andare a produrre altrove. E’ il peggior spot che un Paese come il nostro possa fare”.
Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL, ha affermato che:”L’approvazione definitiva del decreto per l’Ilva cade in un momento particolarmente delicato e vuole essere anche un segnale da parte del Parlamento ai lavoratori dell’Ilva, agli abitanti di Taranto e al Paese intero”. Nell’invitare il governo ad “andare avanti” a fronte di “interventi della magistratura che sebbene “preventivi”potrebbero produrre conseguenze drammatiche e irreversibili”. Quagliariello ha chiesto che il decreto Ilva “diventi al più presto pienamente operativo”. Questo può avvenire “con la prevista nomina del commissario straordinario per la quale, secondo il buon senso, dovrebbe essere individuata una figura dotata di una specifica e comprovata competenza tecnica e non gravata da grandi impegni istituzionali, che in qualche caso risultano ancor più assorbenti se a quelli ordinari dovuti al proprio ufficio si aggiunge anche – ha concluso – una candidatura alle primarie”.