Da circa dieci anni la qualità dell’aria del Molise non viene monitorata. O forse si. Ma questo, visto che uno specifico documento non esiste, ai molisani non è dato saperlo. E adesso a pagare le conseguenze di questo grave inadempimento potrebbe essere l’intero Paese. Non è infatti così remota l’ipotesi che la Commissione europea apra nei confronti dell’Italia una procedura d’infrazione. E non sarebbe neanche la prima volta che lo Stato italiano viene bacchettato dall’Ue, per colpa del Molise: due anni fa Bruxelles volle vederci chiaro sull’acquisto da parte della Regione Molise – ovviamente con denaro pubblico – delle quote dei soci privati della società informatica Molise Dati.

A paventare il rischio di un nuovo deferimento è il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che in una lettera, inviata lo scorso marzo al governatore molisano, Michele Iorio, parla di “grave violazione della normativa comunitaria” perpetrata dalla Regione sin dal 2002, nonostante i solleciti effettuati dal ministero. Da quando cioè a sedere sulla poltrona di presidente della giunta regionale è arrivato proprio Iorio. Nel documento riservato, ma intercettato – e reso pubblico pochi giorni fa – dal gruppo consiliare di Costruire Democrazia, Clini fa notare come “la zonizzazione del territorio, al fine di classificare le zone stesse in funzione dei livelli di inquinamento riscontrati, sia propedeutico alle attività di valutazione della qualità dell’aria”. Ma anche utile ad individuare i possibili “interventi per la riduzione delle emissioni e le concentrazioni atmosferiche inquinanti”. La vigente normativa, come sottolinea il ministro nella missiva, affida proprio alle Regioni il compito di suddividere i loro territori in zone e agglomerati, in base al regime di qualità dell’aria.

La Regione Molise però, da quanto viene fuori dalla lettera spedita dal ministero dell’Ambiente, di redigere quell’importante mappa non si è mai preoccupata. E’ vero, “persistono delle condizioni di inadempienza formale per quanto riguarda la microzonazione – ammette Iorio, una volta messo allo scoperto – che provvederemo a definire in tempi brevi”. I molisani dunque non conoscono la qualità dell’aria che respirano e in che modo l’inquinamento incida sulla loro salute. Per il governatore tuttavia non c’è nessun dubbio: l’aria del Molise è pulitissima.

A garantirlo sarebbe l’efficiente sistema di controllo di cui è dotata la Regione. “Il più completo, capillare e quotidiano di qualsiasi altro territorio d’Italia – assicura Iorio – La legge nazionale, infatti, prevede una centralina di controllo della qualità dell’aria ogni 200mila abitanti”. Ma l’Arpa del Molise, stando sempre alle informazioni fornite dal presidente della Regione, ne ha attive ben 14. Di cui almeno tre, però, in dotazione agli impianti che generano emissioni. “Il classico caso – fa notare il consigliere regionale, Massimo Romano – del controllato che diventa controllore di se stesso. E poi dove stanno queste centraline?” si chiede Romano. Ma lo cosa che più interessa sapere è il motivo per cui quelle mappe di zonizzazione per ciascun inquinante, e le liste dei comuni ricadenti nel territorio di ciascuna zona, non siano mai state redatte. Un piano che, se venissero utilizzati i controlli capillari e approfonditi effettuati dall’Arpa, “sarebbe immediatamente elaborabile”, garantisce il direttore dello stesso organismo regionale, Quintino Pallante.

Le accuse mosse da Romano, nei confronti del presidente della Regione, sono di quelle che potrebbero anche far scattare un’inchiesta della magistratura: “Questa grave violazione, quella cioè di precludere ai cittadini di sapere in quale aree del territorio si muore di tumore per colpa delle emissioni di alcune industrie – accusa Romano –, Iorio non può non averla commessa nell’interesse di qualcuno. Ad esempio dei due impianti chimici e della turbogas, presenti nel basso Molise. La mancata zonizzazione infatti potrebbe aver favorito questi soggetti ad ottenere con più facilità l’autorizzazione per portare gli insediamenti proprio in quella zona”. E di conseguenza, secondo il consigliere regionale di Costruire Democrazia, potrebbe anche essere spiegata la mancata istituzione del Registro dei Tumori.

Adesso intanto la Regione Molise, deve immediatamente rimediare. Perché per scongiurare la procedura di infrazione contro il Paese, che scaturirebbe automaticamente dal perdurare dell’inadempimento, il ministro Clini ha avvertito: “sarò costretto a ricorrere all’applicazione dei poteri sostitutivi previsti dall’art. 5 del decreto legislativo del 31 marzo 1998, n° 112, e all’articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n° 131”. In poche parole il Molise, dopo la Sanità, potrebbe anche essere commissariato sull’Ambiente.

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