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No al Monti bis per la tranquillità del Vaticano

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Un Monti bis significherebbe non vedere uno straccio di legge per le famiglie omosessuali per altri cinque anni. Il compassato professore di scienze economiche, infatti, è un devoto e con lui il Vaticano potrà stare tranquillo. Tra i promotori del Monti bis vediamo Montezemolo, e si capisce che il grande capitale opti per chi tutela il profitto come fosse per necessità scientifica, di scienza economica s’intende; poi c’è Casini, di cui è nota l’incapacità di comprendere la libertà di scelta degli stili di vita; Fini, forse l’unico del gruppo che ha fatto un po’ di cammino nella laicità, ha già conosciuto l’utilità di esibirla in solitaria dentro una compagine omofoba.

E’ innegabile che la dilagante corruzione dei partiti, connaturata al berlusconismo ma presente in proporzioni più limitate anche al di fuori del Pdl, possa quasi far gradire la cessione della sovranità popolare, ma i tecnici non sono salvatori della patria; sono ripianatori di conti che continuano a tagliare i diritti sociali mentre fanno immobilismo sui diritti civili. “Merito” è una delle parole più infide di questi ultimi tempi, serve a trasformare l’ingiustizia subita in colpa di chi la patisce: sono senza lavoro perché non lo merito. Dovremo meritare di vivere? O studiare, lavorare, campare sono diritti e non c’è da meritarli? Sta forse qui l’alternativa politica del momento.

Tra pochi mesi si voterà, possiamo sperare che il lancio del Monti bis abbia staccato Casini dal centrosinistra, che ha dunque l’occasione di sottrarsi ai ricatti più clericali.

Centinaia di migliaia di cittadini e cittadine italiane omosessuali aspettano da troppo tempo di vedere riconosciute le loro coppie e i figli nati all’interno di esse. Il 18 Settembre scorso a Milano si è aperto il registro comunale delle unioni civili e abbiamo visto alla firma anche persone con i capelli bianchi: si tratta di persone che non erano lì per gioco, ma per ottenere finalmente il rispetto pubblico e diritti concreti di cui sono ingiustamente private. La prossima legislatura deve essere quella dell’approdo al matrimonio civile o a un istituto equivalente per le coppie di donne e per le coppie di uomini, il primo anno della prossima legislatura. Ora che i partiti di centrosinistra hanno fatto importanti aperture in questa direzione, è il momento di manifestare perché le scrivano in un programma.

Penso che sia il momento di lanciare un appuntamento di piazza per tutti coloro che vogliono i diritti per le coppie dello stesso sesso. E per chi pensa che tutti possiamo vivere senza doverlo meritare.

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