Quando Lily Lapenna sbarcò a Napoli, per un corso all’Orientale, iniziò a pensare: “Devo fare qualcosa per il prossimo”. Così questa italo-inglese di 32 anni, origini abruzzesi e cuore diviso a metà fra Londra e il Belpaese, iniziò a girare per il mondo. “Andai in Bangladesh dove entrai in contatto con il microcredito di Muhammad Yunus”. Dopo l’Asia, l’illuminazione. “Lì incontrai donne espertissime di business, nonostante fossero analfabete, molto più esperte di me che avevo una laurea”. E, così, tornata a Londra, Lily mise insieme un piccolo capitale, trovò investitori e fondò MyBnk, ora una realtà di tutto rispetto, una banca per il microcredito agli adolescenti e ai minorenni che, dal 2007 a oggi, è arrivata ad avere tre sedi in Inghilterra e 20 dipendenti. Oltre 40mila giovani sono stati supportati in cinque anni. “Aiutiamo teenager ad avviare un’impresa, a gestire il proprio debito, e con corsi di formazione sulla finanza. Prestiti piccoli, fino a 1000 sterline, ma prestiti che comunque fanno tanto per chi ha un’idea imprenditoriale. Da poco, abbiamo finanziato un gruppo musicale a produrre il loro primo singolo. E sempre da poco abbiamo aiutato un giovane gruppo teatrale a mettere in piedi una produzione. Poi ci sono giovani che producono merchandising, altri che fabbricano gli oggetti più disparati. Questo è il potere del microcredito”.
MyBnk ha un piano di rilancio. “Nei prossimi tre anni contiamo di aiutare, nella sola Inghilterra, fra 70 e 80mila giovani e giovanissimi. Ma ci stiamo sviluppando anche in Italia, dove abbiamo avviato un’iniziativa con Eticredito Banca Etica Adriatica, e con altre realtà”. Essere donna, per Lily, non ha costituito una barriera, dice. Tanto che, all’inizio di quest’anno, è stata anche nominata dall’Observer – la versione domenicale del Guardian – una delle 50 personalità più “radical” del Regno Unito, intendendo per radical persone in grado di cambiare la società con le loro idee. “Idee – continua – che possono essere replicate anche in altri paesi. In Italia, per esempio, c’è molto bisogno di formazione finanziaria e di supporto alla microimpresa. Certo, le giovani generazioni italiane sono meno indebitate di quelle britanniche, anche perché studiare costa molto meno. Però anche in Italia si avverte la necessità di fare qualcosa per il portafoglio dei ragazzi, visto che le scuole, né nel Regno Unito né nel Belpaese, raramente prevedono lezioni su argomenti di questo tipo”.
Ma Lily è anche una donna “global” a tutti gli effetti. Scuola francese, educazione italiana, contesto londinese, università a Napoli e alla Soas, la prestigiosa scuola di studi africani e asiatici, un curriculum tutto imperniato sulla cooperazione internazionale ma un approccio molto più economico che l’ha portata in Bangladesh, appunto, e in molti altri paesi. Nel suo staff c’è gente di tutto il mondo, così come con mezzo mondo ha intrattenuto rapporti per seminari, conferenze, lezioni magistrali e interviste televisive. Ora, nei suoi sogni, l’espansione della sua azienda è arrivare ad aiutare un numero sempre maggiore di adolescenti. “Devono investire minimo 40 sterline – dice – ma il ritorno è assicurato. E il livello di insolvenza è praticamente uguale a quello degli adulti. Inoltre, avviare un’impresa responsabilizza quei giovani spesso indicati come inadeguati. Li immette nel mondo e fa capire loro che gestire il proprio denaro e saperlo fare bene è una qualità sempre più rara ma anche sempre più fondamentale in questo mondo d’oggi”.