Silvio Berlusconi è pronto ad archiviare l’esperienza del Popolo delle Libertà. Secondo diversi retroscena, nel partito già profondamente scosso da lotte intestine, scandali e perdita di consensi, c’è la conferma che presto bisognerà fare i bagagli e traslocare in un nuovo progetto. Al quale Silvio Berlusconi non ha nascosto ieri sera ai vertici del Pdl di lavorare da tempo. Una conferma che preoccupa alcuni – ex An in testa – ma entusiasma altri. Anche se le incognite sul futuro sono ancora tante e per capire la sorte dei molti esponenti pidiellini bisognerà attendere ancora un po’. Sì, perché il Cavaliere allo stato maggiore del Pdl non ha offerto ulteriori spiegazioni, non è sceso nel dettaglio, limitandosi a dire che così com’è adesso il Pdl non funziona più.
Quindi, avrebbe spiegato l’ex premier, bisogna cambiare. Scontato che il cambiamento a cui pensa Berlusconi è sì rivolto verso il futuro ma con un occhio che guarda anche al passato, a quell’ormai famoso 1994, vale a dire la nascita di Forza Italia. Sarà un caso, ma nelle ultime ore il Cavaliere ha incontrato diversi protagonisti di quel momento storico, come Stefania Prestigiacomo, Antonio Martino, Claudio Scajola e, secondo alcune fonti pidielline, Beppe Pisanu, da tempo in ‘contatto’ con i centristi. E proprio Prestigiacomo oggi, in una nota, conferma che è allo spirito del ’94 che Berlusconi guarda con attenzione. Certo, ieri sera, dopo il lungo sfogatoio a cui ha assistito durante il vertice fiume a Palazzo Grazioli, il Cavaliere si è anche premurato di rassicurare i suoi: nessuno sarà mandato via, avrebbe garantito, non ho intenzione di procedere con nessun repulisti.
Non sarà presa l’accetta, non saranno fatti ‘tagli lineari’, avrebbe ancora spiegato, ma bisogna andare oltre il Pdl, archiviare questa esperienza, perché solo così il centrodestra potrà avere nuove chance. Nessuno, però, deve aspettarsi un annuncio imminente, un ‘predellino’ a breve, tutto sara’ studiato nei minimi dettagli e a tempo debito, perché – è la convinzione di Berlusconi – ora è ancora presto, troppe le questioni ancora in ballo che alimentano una indeterminatezza che sconsiglia annunci e lanci di nuovi progetti. Al momento il timing è comunque entro dicembre.
C’è da capire, innanzitutto, quale sarà la nuova legge elettorale e, di conseguenza, quale assetto dare al nuovo progetto e all’area che adesso farà riferimento: lista civica, nazionale, ‘scissione dolce’ e poi federazione? Addii traumatici? Molte le opzioni in campo. Una cosa viene spiegato, però è certa: quando scatterà l’ora x’, allora tutto sarà preparato con cura, l’annuncio sarà fatto ma non sarà nulla di già visto, nulla che potrebbe suonare come la riproposizione di un qualcosa di vecchio stampo. Sì, perché nel progetto berlusconiano non c’è la creazione di un partito tradizionale, bensì di un qualcosa di snello, aperto alla società civile e caratterizzato da volti nuovi.
Da qui anche l’ipotesi che a guidarlo non sia Berlusconi in persona, bensì una personalità esterna, slegata dal mondo politico di oggi. Insomma, riferisce chi ha partecipato ieri al vertice notturno, anche se le varie questioni – compreso il destino della Regione Lazio e del Campidoglio – restano ancora tutte aperte e ci si è riaggiornati per metterle a punto, quello che è certo è che il cavaliere del Pdl a breve non ne vorrà piu’ sentir parlare: basta, bisogna cambiare, prendere atto – è il ragionamento – che così non va più, azzeriamo tutto e ripartiamo, è l’input lanciato dall’ex premier.