Sarà perché la crisi deve ancora arrivare, sarà perché c’è ancora troppo lavoro, sarà perché se si consuma meno si mangia e si ingrassa lo stesso, sarà perché le famiglie hanno ancora troppi soldi da parte, sarà perché in un modo o nell’altro un lavoro nero si trova, sarà perché stare su feisbuc o guardare scai, ballarò, report, piazzapulita, porta a porta, l’infledele è più comodo e il giorno dopo si ricomincia come prima, ma qui in Italia a nessuno passa per la testa di andare in piazza SPONTANEAMENTE come stanno facendo in Spagna e in Grecia. Ci meritiamo tutto, accettiamolo e ricordiamoci le parole di un greco che quest’estate, sull’isola di Scurzos, mentre stava guardando TG Parakalò disse alla mia vicina di casa “Non vogliamo mica fare la fine dell’Italia” dove da ieri ci sono file notturne per acquistare un Aifon 5 da 700 euro.
Il popolo della rete (che non significa niente) dai propri Aifon, Samsung e Blecberri critica questa nuova forma di cretinismo impaziente che vede persone in fila una notte per comprare un “telefono” uguale a milioni di altri (zinc difrent) e molti si concentrano sul valore dell’oggetto in questione, senza capire che lo status simbol non è l’Aifon 5, ma stare in fila, proprio come diceva il visionario Stiv Giobs “Stei angri, stei in fila”.
Ma cosa spinge una persona a stare in fila una notte per acquistare un oggetto che potrebbe acquistare il giorno, settimana, mese dopo?
Mi viene in aiuto questa mail indignata di un mio anonimo lettore normodotato sulla soglia dei quarant’anni:
“Ebbene sì quando ha aperto l’eppol store a Bologna in occasione dei T-Days ho fatto la fila anch’io. Non tutta la notte, diciamo un paio d’ore prima dell’apertura. Beh vi dirò, mi sono pure divertito e ci hanno portato pure cappuccino e bomboloni. E poi stavamo in via Rizzoli che, se permettete, è molto meglio di un centro commerciale di, chennessò, San Marino!
Quelli lì non facevano la fila perché temevano che domani non c’era più l’iPhone. Semplicemente facevano la fila per fare la fila. Una cazzata insomma: come ubriacarsi, cannarsi, suonare i campanelli.
Ora la polemica sulle file, dopo il 4 iPhone è diventata piuttosto stucchevole. E se da una parte c’è la fila per l’iPhone5 ora c’è un’altra fila di pecoroni che ad ogni uscita di iPhone ripetono le solite battute o fanno i soliti moralismi da 729 euro.
Peccato che gli stessi che fanno la morale sono gli stessi che magari la domenica sono allo stadio a vedere delle partite truccate giocate da milionari e parlano di “noi” e di “loro”.
Peccato che gli stessi vanno magari ad abitare in qualche villetta dell’hinterland e poi si fanno 2 ore al giorno di tangenziale per andare a lavorare in centro o ogni domenica li vedi in fila sull’A14 per andare ad arrostirsi in una pozzanghera piena di alghe.
Oppure sono gli stessi che, ormai seppelliti in casa, arredano la loro cripta con TV FULL HD 42″ da 1500 euro per guardare Report.
Potrei andare avanti all’infinito. Perché se la critica mi arriva da un asceta o da un provocatore a 360 gradi come Masotti ci sta. Ma non da uno di quelli descritti sopra che conosco bene e mi hanno letteralmente stancato.
Penso che (quasi) tutti facciamo la “fila” per qualche “iPhone”
Fila o non fila, un’Italia peggiore è possibile, basta crederci.
Come diceva lui là “Ies ui chen”