Wall Street lo teme, il governo americano lo premia. Un informatore anonimo, impiegato in una banca d’affari e soprannominato Mr Abc, ha incassato tre assegni milionari dall’Agenzia delle Entrate per avere spifferato informazioni preziose servite a incastrare aziende che evadevano il fisco. L’ultimo premio ricevuto dallo spione, che non vuole rivelare l’identità per evitare di essere esiliato da Wall Street, vale 2 milioni di dollari e gli è stato appena assegnato per avere fatto luce oltre dieci anni fa sui trucchi utilizzati da Illinois Tool Works per non pagare le tasse su utili da oltre 10 miliardi di dollari.
L’azienda, leader nella realizzazione di prodotti industriali, ha assoldato una banca svizzera per aiutarla a evadere il fisco, risparmiando centinaia di milioni di dollari. Mr Abc ha spiegato di essersi accorto della frode per l’esagerata architettura finanziaria e i paroloni utilizzati dall’azienda. “La truffa era così complessa che molto probabilmente senza il suo aiuto non sarebbe stata scoperta”, ha detto Erika Kelton, avvocato di Phillips & Cohen, che assiste Mr Abc. E ha aggiunto: “Il nostro assistito ha scelto di restare anonimo perché il mondo della finanza non va d’accordo con chi fa la spia ed è molto difficile trovare un lavoro se vieni etichettato come spione”.
L’informatore anonimo è stato soprannominato Mr Abc nel 2004, quando ha testimoniato davanti alla commissione finanza del Senato, smascherando un gruppo di banche che aveva organizzato un piano per fare evadere le tasse al colosso energetico Enron su un reddito di oltre 600 milioni. La soffiata è stata ricompensata con un assegno da 1,1 milioni di dollari, circa la stessa cifra incassata per la rivelazione di un altro scandalo non meglio precisato. Mr Abc, tuttavia, non è l’unico ad avere fiutato quanto può essere redditizio fare la spia. Il premio più alto concesso dall’Agenzia delle Entrate, da 104 milioni di dollari, è stato assegnato il mese scorso a Bradley Birkenfeld, ex manager di Ubs che ha denunciato le tecniche utilizzate dalla banca per aiutare migliaia di ricchi americani a evadere le tasse, facendo scattare una multa da 780 milioni. E prima di Birkenfeld, dal 2007 al 2011, l’agenzia governativa ha speso 69 milioni per convincere centinaia di insider a parlare.
Le ricompense per gli spioni non provengono soltanto dal fisco americano. Gli informatori si rivolgono anche alla Securities and Exchange Commission, la Consob americana, autorizzata a premiare chi aiuta nelle indagini dalla legge Dodd-Frank, approvata nel 2010 per regolamentare la finanza. La prima ricompensa della Sec, da 50.000 dollari, è stata annunciata l’agosto scorso, per risarcire un insider anonimo che ha fatto luce su una frode da diversi milioni di dollari. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, resta l’orecchio più conveniente a cui spifferare le frodi, perché premia con un assegno che va dal 15 al 30 per cento del totale recuperato grazie alle segnalazioni, qualcosa in più rispetto al 10-30 per cento della Sec, che non accetta informatori con precedenti penali e soffiate su evasioni da meno di 1 milione di dollari.