Il nuovo sistema di gestione di comunicazioni militari americane non può essere costruito nel bel mezzo di una riserva naturale. Emette onde ad altissima frequenza. La Procura di Caltagirone ha ottenuto dal gip il sequestro preventivo dell’area e degli impianti di cui parla anche Wikileaks
Il nuovo sistema di gestione di comunicazioni militari americane non può essere costruito nel bel mezzo di una riserva naturale. Nel giorno in cui il comitato No Muos aveva deciso l’ennesima protesta, è arrivata la decisione della Procura di Caltagirone che ha ottenuto dal gip il sequestro preventivo dell’area e degli impianti del Mobile user objective sistem (Muos).
Sono cinque gli indagati per “l’esecuzione di lavori e manufatti insistenti su beni paesaggistici”. Il cantiere si trova in contrada Ulmo, all’interno della riserva naturale Sughereta di Niscemi, considerata di interesse comunitario e dove vige il divieto di edificabilità assoluta. I magistrati della procura calatina, per accertare le violazioni, si sono avvalsi di consulenze tecniche e hanno esaminato atti acquisiti alla Regione Sicilia. Le indagini erano iniziate nel 2011.
IL MUOS, dal Dipartimento della Difesa americano, è ritenuto fondamentale (se ne trova traccia pure nei cablogrammi rivelati da Wikileaks) per gestire gli scenari dei nuovi conflitti a carattere mondiale: si tratta di un sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza. Ne esistono solo altri tre, in Australia, nelle isole Hawaii, in Virginia. L’unico a non essere realizzato in zona desertica, ma dentro una riserva naturale era proprio quello siciliano, e per di più a pochi chilometri da un centro abitato. A Niscemi esiste già dal 1991 la base “Ulmo” con 41 antenne che collegano i reparti fra Asia sud-occidentale, Oceano Indiano e Oceano Atlantico. Il Muos prevede la realizzazione di altre tre antenne paraboliche dal diametro di più di 18 metri e due torri radio alte quasi 150 metri. Sul proprio sito web la Lockheed Martin, specializzata in difesa aerospaziale, conferma: “La società si è aggiudicata un contratto di 2,1 miliardi dollari per la costruzione dei primi due satelliti ed elementi associati di controllo a terra”. La potenza delle onde elettromagnetiche, secondo gli esperti, può avere pessime conseguenze: si parla di tumori. Il Comune di Niscemi un anno fa aveva presentato ricorso al Tar di Palermo chiedendo di bloccare il cantiere, dopo che la Regione aveva dato parere positivo. Il Tribunale respinse la richiesta, e così fece pure il Consiglio di giustizia amministrativa. Il governatore Raffaele Lombardo sul Muos ha avuto opinioni altalenanti: nel 2009 si disse assolutamente contrario, poi nel 2011 intervenendo alla seduta di un consiglio comunale di Niscemi dichiarò: “Vorremmo tranquillizzare i cittadini sulla presenza dell’antenna statunitense, perché da come si sono espressi i tecnici in materia fa meno male rispetto a quelle 47 antenne che insistono già nel territorio”.
CON UNA RELAZIONE tecnica Massimo Zucchetti, docente di Impianti Nucleari del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino, insieme con il ricercatore Massimo Coraddu, ha dato, su richiesta del comune di Niscemi, un parere sulla base dei rilievi effettuati dell’Arpa Sicilia. Nella relazione, conclusa il 4 novembre 2011 si evidenziano diversi effetti collaterali del Muos: “Le conclusioni evidenziano gravi rischi per la popolazione e per l’ambiente”.
Nel capitolo 5, paragrafo 2, gli studiosi scrivono: “Le caratteristiche dei dispositivi trasmittenti del sistema Muos sono note solo in modo incompleto.
Nonostante ciò e possibile, seppure con incertezze talvolta elevate, valutare l’intensità delle emissioni e individuare alcuni dei rischi associati: (a) al fascio principale di microonde emesso dalle parabole in caso di errore di puntamento, dovuto a incidente, malfunzionamento o errore, è associato il rischio di irraggiamento accidentale di persone che, entro un raggio di 20 km, potrebbero subire danni gravi e irreversibili. A tale rischio è esposta l’intera popolazione di Niscemi. (b) Al fascio principale di microonde, durante il funzionamento ordinario, è associato il rischio di incidenti provocati dall’irraggiamento accidentale di aeromobili distanti anche decine di km”. Nel sottoparagrafo (c) si evidenzia che “le prime abitazioni si trovano a 1-2 chilometri di distanza dalle sorgenti, mentre il centro della cittadina di Niscemi dista 5 km. Tale contributo provocherebbe un incremento del rischio, già ora elevato, di contrarre malattie dovute all’esposizione cronica ai campi emessi dalla stazione NRTF esistente”.
L’11 settembre scorso una delegazione del comitato No Muos ha partecipato, a Roma, a due audizioni. La Commissione d’Inchiesta sull’uranio impoverito ha ritenuto che sussistono le basi per una moratoria. È arrivata prima la magistratura.
da il Fatto Quotidiano del 7 ottobre 2012