Lo ha detto il rappresentante del governo al Tg2, annunciando che l’Autorizzazione Integrata Ambientale sarà pronta la settimana prossima: “Ho fiducia nella legge”. Intanto nell'impianto c'è preoccupazione tra i lavoratori per il provvedimento della Procura. Fonti aziendali: "Nelle prossime ore posizione ufficiale"
Lo spegnimento dell’Ilva in cinque giorni come deciso dalla Procura di Taranto “è impossibile perché si tratta di un impianto molto complesso tant’è che la Procura chiede l’avvio dei processi”. E’ il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che lo spiega al Tg2, annunciando che l’Autorizzazione Integrata Ambientale sarà pronta la settimana prossima. “Ho fiducia nella legge” aggiunge il responsabile del dicastero maggiormente coinvolto nella vicenda della struttura su cui i magistrati pugliesi indagano per disastro ambientale. L’Aia, continua il ministro Clini,“è lo strumento che la legge stabilisce per consentire l’esercizio delle attività industriali. Non sono molto sorpreso per questa decisione della Procura, decisione che già era stata presa. Naturalmente dal momento in cui ci sarà la nuova Aia la Procura stessa dovrà verificare se le condizioni dell’Autorizzazione soddisfino anche i requisiti di sicurezza e protezione dell’ambiente che la Procura ha stabilito. Io mi auguro che ci siano convergenze. Sono fiducioso”.
Intanto a Taranto c’è agitazione. “I lavoratori sono molto preoccupati per lo scenario che si va profilando perché è chiaro che adesso non si ferma un altoforno o un’acciaieria, ma si ferma uno stabilimento intero e quindi preoccupiamoci della sorte di 15mila persone” dichiara Antonio Talo’, segretario della Uilm di Taranto, dopo la direttiva consegnata ieri sera all’Ilva da custodi e Procura che obbliga l’azienda ad avviare le operazioni di spegnimento degli impianti entro 5 giorni, altrimenti saranno gli stessi custodi a farlo con personale esterno.
“La mossa dei custodi non mi sorprende – dice Talo’ – non è la prima volta che piombano decisioni drastiche il sabato sera. E quasi sempre accade nel momento in cui si sta lavorando a qualcosa che va in direzione delle loro richieste o si è annunciato qualcosa. Una coincidenza molto singolare, come se Procura e custodi volessero marcare la linea. A questo punto, provocazione per provocazione, dico: era ora che la fabbrica si fermasse. Se custodi e Procura parlano di reiterazione del reato, se dicono che l’Ilva sta continuando a determinare malattie e morti da inquinamento, è bene che si fermi. D’altra parte, sono i custodi che stanno gestendo gran parte della fabbrica dallo scorso 25 luglio, dalla data del sequestro, e da allora l’Ilva non si è mai fermata. Domani come Uilm avevamo in programma con la Fim Cisl le assemblee – dice il segretario della Uilm – che la Fiom Cgil nei giorni scorsi ha fatto per conto proprio. Vedremo che fare, certo la fibrillazione tra i lavoratori è molto forte. Aggravata anche dal silenzio e dal comportamento strano dell’Ilva che non prende alcuna posizione. In queste ore dovrebbe dire cosa vuol fare e invece dall’Ilva abbiamo solo silenzi”. E nessun commento viene per ora dall’Ilva sulla stretta impressa da custodi e Procura alla fabbrica. Fonti aziendali si limitano a dichiarare “che sono in corso diverse riunioni, anche oggi, e che nelle prossime ore l’Ilva assumerà una sua posizione ufficiale e la farà conoscere”.