Si tratta del Daniela L e del Giulia PG. Il sindaco: ''E' stato fatto uso delle armi e questo è di gravità assoluta perché niente può giustificare azioni di tale portata. I natanti erano in acque internazionali anche se, come è noto, i libici ritengono quelle acque di loro pertinenza”
Due pescherecci di Mazara del Vallo sono stati fermati intorno alle 13 da una motovedetta libica nel canale di Sicilia. Si tratta del “Daniela L’’ e del “Giulia PG”. Lo rende noto il sindaco di Mazzara del Vallo Nicola Cristaldi. Le due imbarcazioni, scortate dai libici, sono dirette nel porto di Bengasi. Il ”Daniela L”, che ha 195 tonnellate di stazza, e il “Giulia PG”, 190 tonnellate, stavano effettuando le battute di pesca in acque considerate internazionali ma non dai libici che sono intervenuti come altre volte bloccando i pescherecci e intimando di seguirli nel porto nordafricano. Sui due pescherecci vi sarebbero 14 persone tra italiani e tunisini.
Il sindaco ha affermato che per fermare i due pescherecci mazaresi, i militari libici sulla motovedetta hanno anche sparato colpi di arma da fuoco. “E’ stato fatto uso delle armi e questo è di gravità assoluta – ha detto – perché niente può giustificare azioni di tale portata. I segni dei colpi sono ben visibili sulle fiancate dei pescherecci. I natanti erano in acque internazionali anche se, come è noto, i libici ritengono quelle acque di loro pertinenza”.
“E’ chiaro che l’ennesimo sequestro di due pescherecci di Mazara da parte dei libici necessita di un chiarimento con le autorità di Tripoli” ha dichiarato il deputato del Pd Enrico Farinone, vicepresidente della commissione Affari Europei. “I rapporti con i nuovi governi del Nord Africa vanno improntati all’insegna del rispetto dei trattati internazionali. Serve un intervento forte del nostro governo, supportato dalla Ue. Anche in questo modo si aiutano a crescere i governi nati dopo la primavera araba”.
A quanto si apprende su disposizione del ministro degli Esteri, Giulio Terzi, l’ambasciatore a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi, e il console a Bengasi, Guido de Sancris, stanno seguendo l’evolversi della situazione.