La presidente del Pd: "Quella di Renzi non è una minoranza. Rappresenta la maggioranza silenziosa e ormai chiassosa all'insegna del Tutti uguali e tutti a casa: farci una campagna senza riuscire a dire niente sul futuro dell'Italia è una mossa furba, ma non risolve i problemi del Paese"
Oltre che da Nichi Vendola le bordate a Matteo Renzi arrivano anche dall’interno del Pd. Non è la prima volta, ma questa volta a parlare è il presidente del partito Rosy Bindi che, intervistata da Lucia Annunziata a In mezz’ora, su Rai Tre, ha chiarito: “Non mi pongo il problema se fidarmi o meno di Renzi, perché io lavorerò in queste primarie perché Renzi venga sconfitto”.
Di più: per la Bindi Renzi non è una “minoranza”. Piuttosto “rappresenta la maggioranza silenziosa e ormai chiassosa all’insegna del ‘tutti uguali e tutti a casa’”. “Farci una campagna senza riuscire a dire niente sul futuro dell’Italia – dice l’ex ministro – è una mossa di comunicazione molto furba, ma non risolve i problemi del Paese, anzi li aggrava”. E di questo, ha sottolineato, “noi non abbiamo paura”. “Per lui le sale si riempiono – aggiunge – perché sta interpretando con la sua campagna la maggioranza silenziosa-chiassosa del paese, il messaggio berlusconiano e grillesco del ‘tutti a casa, tutti ugualì. Questo vuole dire fare una campagna elettorale furba, che aggrava i problemi del Paese, ma non li risolve, senza dire nulla sul futuro dell’Italia. E comunque noi non abbiamo paura di lui”.
La Bindi invita il sindaco di Firenze “a fidarsi non solo di Bersani ma di tutto il partito. La sua assenza da molti è stata giustamente notata come atteggiamento di poca attenzione per chi ha lavorato anche e soprattutto per lui. Era stato invitato, avrebbe potuto riservare questa attenzione nei confronti del massimo organo di rappresentanza del partito”.
Quanto alla giornata di ieri, finita con un voto quasi all’unanimità, Bindi spiega: “Mi ritengo responsabile per la mia parte del buon andamento della giornata di ieri. E’ stato ristabilito un dialogo e un confronto nel gruppo dirigente. Trovo perciò singolare il racconto pressochè unanime di tutta la stampa, che parla di un Bersani che ha vinto da solo e contro di noi, Invece, solo un partito unito può portare a casa un risultato come quello che abbiamo avuto ieri, e non c’era nessuno di noi che voleva una spaccatura”. “Queste sono le prime vere primarie che facciamo nel nostro partito” insiste e alla domanda se questo dipenda proprio dalla partecipazione di Renzi, ribatte che “lo si deve a quei 700 delegati che ieri hanno votato la modifica di uno statuto che consente a lui di correre”.
Infine Rosy Bindi dissipa i dubbi sulle procedure per votare. Ci si potrà registrare per votare alle primarie del centrosinistra solo entro il primo turno, anche se è possibile che qualche aggiustamento delle norme esca dal tavolo della coalizione. “Ci si potrà registrare anche il giorno del primo turno – ha confermato – Si potrà votare al secondo se ci si è iscritti entro il primo. Alcune eccezioni saranno previste, se si è stati all’estero o ci si è ammalati”. Del resto, “è difficile pensare che tra il primo e il secondo turno qualche centinaia di migliaia di elettori di centrodestra si convinca a votare il centrosinistra”.