Il governo proporrà ”un vero e proprio commissario per l’anti-corruzione”. E’ il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, in una intervista al Messaggero, ad annunciare la proposta nella quale assicura che si cercherà in Senato “il massimo del consenso. Faremo alcune modifiche che riteniamo opportune. Una di queste potrebbe riguardare l’autorità che si occupa dell’anti-corruzione nella pubblica amministrazione: attualmente è priva di poteri”. L’emendamento (“l’abbiamo elaborato e scritto Patroni Griffi ed io e tra poche ore lo consegneremo al ministro Severino”) è pronto e prevede che il nuovo ‘super-commissario’ sia “scelto dal governo ed eletto dal Parlamento con la maggioranza qualificata” quindi “senza creare nuove Authority”. Commissario che “dovrà avere poteri ispettivi effettivi e denunciare i casi di malaffare nell’amministrazione pubblica. Questo per non far gravare tutto sull’autorità giudiziaria”. Catricalà spera anche che la legge delega che introduce l‘incandidabilità per i condannati possa vedere la luce prima delle elezioni nel Lazio ma “non è una certezza”. Mentre è sicuro che “tra breve presenteremo un disegno di legge di rango costituzionale per rivedere il titolo V della Carta” per “riequilibrare i poteri dello Stato”. Ad esempio “affideremo alcune materie di interesse nazionale, come l’energia e le infrastrutture, allo Stato”.
Il ministro della Funzione pubblica, Patroni Griffi, chiamato in causa da Catricalà, però precisa: “Il sottosegretario Antonio Catricalà pone la questione, reale, del rafforzamento della commissione incaricata della prevenzione della corruzione. In questo momento però ritengo che la priorità assoluta sia la conclusione dell iter parlamentare del disegno di legge. Ed è per questo – aggiunge Patroni Griffi – che il Governo ha presentato un emendamento soltanto relativo alla repressione della corruzione e quindi alla seconda parte del testo. Di altre questioni si avrà modo di discutere in altri provvedimenti”.
Posizione poi certificata dal Guardasigilli Paola Severino: “Io penso che un commissario anticorruzione sia una possibilità, ma potrebbe intervenire in un provvedimento diverso dal ddl anticorruzione”. “Com’è stato spiegato dal ministro Patroni Griffi e dal sottosegretario Catricalà” il supercommissario “finirà in un altro provvedimento”, ha spiegato Severino. “Ora – ha aggiunto – dobbiamo assolutamente chiudere il ddl anticorruzione, che è già stato ampiamente discusso. C’è un forte impegno del governo su questo”.
Il Pdl intanto ci riprova e ripresenta gli emendamenti “Salva Ruby” (sarebbe meglio dire “cancella Ruby”…) insieme alla proposta di modifica ribattezzata “anti Batman“. Il Partito Democratico invece non molla sul fronte della prescrizione e così propone il raddoppio dei termini della prescrizione per i reati in questione o, in alternativa, prevede l’eliminazione della legge cosiddetta ex Cirielli che diminuisce i tempi di prescrizione. Ma non solo: chiede anche di inserire la norma sul falso in bilancio (depenalizzato dal centrodestra ai tempi del secondo governo Berlusconi, con il voto anche dell’Udc). Il Pd prova a rilanciare e ribadisce che servono norme contro l’autoriciclaggio e il voto di scambio.
LA POLITICA – E’ da giorni che al gruppo del Pdl di Palazzo Madama nessuno voleva parlare della possibilità di presentare dei subemendamenti ai tre emendamenti della Severino. Il presidente dei senatori pidiellini Maurizio Gasparri anche ieri sera aveva detto che si stava valutando il da farsi. Poi, quando il termine per la presentazione delle proposte di modifica è stato fatto slittare da mezzogiorno alle 18, si è cominciato a capire che ci sarebbero state delle novità. E così è stato. Il vice presidente del gruppo Gaetano Quagliariello, nell’imminenza del deposito delle proposte di modifica da parte del ministro della Giustizia aveva assicurato che anche il Pdl avrebbe rinunciato a ripresentare i propri emendamenti (sottoforma di subemendamenti alle proposte del Governo) perché “le istanze che erano state fatte dal gruppo erano state accolte”.
Evidentemente qualcosa deve essere successo perché si sia deciso all’ultimo di riproporre la questione “più calda” e cioè quelle norme che potrebbero non solo vanificare il processo Ruby che vede imputato Berlusconi, ma anche i processi di concussione già avviati al momento dell’entrata in vigore della legge. I subemendamenti riproposti da Compagna puntano infatti, non solo a prevedere il danno patrimoniale perchè si concretizzi il reato di concussione (ribadendo il cosiddetto “emendamento Sisto”), ma anche a trasformarlo, cambiando la condotta del reato. Sostituendo infatti la parola “indebitamente” con il termine “illecitamente”, la condotta cambia e i procedimenti già avviati diventano a rischio perché un imputato non può essere condannato per un reato diverso da quello per il quale era stato accusato inizialmente.
In più, il gruppo del Pdl ripresenta la cosiddetta norma ‘Anti-Batman’ a cui il Guardasigilli aveva dato parere negativo e si propongono modifiche all’emendamento della Severino sull’articolo 18 del ddl e cioè la parte del testo che riguarda il collocamento fuori ruolo dei magistrati. Anche su questo il Guardasigilli aveva sperato di aver raggiunto un “equilibrio” tra le istanze dei vari gruppi. Nella sua proposta era stato recepito, infatti, quasi integralmente, l’emendamento del Pdl che ha come primo firmatario l’ex sottosegretario di via Arenula Giacomo Caliendo. Domani dunque ricomincia il braccio di ferro tra le forze politiche e il Governo su uno dei provvedimenti più significativi in questo momento della vita politica nazionale. Per evitare ulteriori ritardi, a questo punto, è molto probabile che il Governo possa arrivare a chiedere il voto di fiducia.
Politica
Corruzione, Severino: “Commissario in altro ddl”. Torna la norma “salva Ruby”
Il Guardasigilli mette fine alle polemiche interne al governo: "La priorità ora è approvare il disegno di legge già esaminato". Il Pdl ci riprova presentando di nuovo le proposte di modifica al profilo del reato di concussione, ma anche un inasprimento delle pene per i "casi Fiorito". Mentre il Pd ripropone il falso in bilancio, depenalizzato da Berlusconi
Il governo proporrà ”un vero e proprio commissario per l’anti-corruzione”. E’ il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, in una intervista al Messaggero, ad annunciare la proposta nella quale assicura che si cercherà in Senato “il massimo del consenso. Faremo alcune modifiche che riteniamo opportune. Una di queste potrebbe riguardare l’autorità che si occupa dell’anti-corruzione nella pubblica amministrazione: attualmente è priva di poteri”. L’emendamento (“l’abbiamo elaborato e scritto Patroni Griffi ed io e tra poche ore lo consegneremo al ministro Severino”) è pronto e prevede che il nuovo ‘super-commissario’ sia “scelto dal governo ed eletto dal Parlamento con la maggioranza qualificata” quindi “senza creare nuove Authority”. Commissario che “dovrà avere poteri ispettivi effettivi e denunciare i casi di malaffare nell’amministrazione pubblica. Questo per non far gravare tutto sull’autorità giudiziaria”. Catricalà spera anche che la legge delega che introduce l‘incandidabilità per i condannati possa vedere la luce prima delle elezioni nel Lazio ma “non è una certezza”. Mentre è sicuro che “tra breve presenteremo un disegno di legge di rango costituzionale per rivedere il titolo V della Carta” per “riequilibrare i poteri dello Stato”. Ad esempio “affideremo alcune materie di interesse nazionale, come l’energia e le infrastrutture, allo Stato”.
Il ministro della Funzione pubblica, Patroni Griffi, chiamato in causa da Catricalà, però precisa: “Il sottosegretario Antonio Catricalà pone la questione, reale, del rafforzamento della commissione incaricata della prevenzione della corruzione. In questo momento però ritengo che la priorità assoluta sia la conclusione dell iter parlamentare del disegno di legge. Ed è per questo – aggiunge Patroni Griffi – che il Governo ha presentato un emendamento soltanto relativo alla repressione della corruzione e quindi alla seconda parte del testo. Di altre questioni si avrà modo di discutere in altri provvedimenti”.
Posizione poi certificata dal Guardasigilli Paola Severino: “Io penso che un commissario anticorruzione sia una possibilità, ma potrebbe intervenire in un provvedimento diverso dal ddl anticorruzione”. “Com’è stato spiegato dal ministro Patroni Griffi e dal sottosegretario Catricalà” il supercommissario “finirà in un altro provvedimento”, ha spiegato Severino. “Ora – ha aggiunto – dobbiamo assolutamente chiudere il ddl anticorruzione, che è già stato ampiamente discusso. C’è un forte impegno del governo su questo”.
Il Pdl intanto ci riprova e ripresenta gli emendamenti “Salva Ruby” (sarebbe meglio dire “cancella Ruby”…) insieme alla proposta di modifica ribattezzata “anti Batman“. Il Partito Democratico invece non molla sul fronte della prescrizione e così propone il raddoppio dei termini della prescrizione per i reati in questione o, in alternativa, prevede l’eliminazione della legge cosiddetta ex Cirielli che diminuisce i tempi di prescrizione. Ma non solo: chiede anche di inserire la norma sul falso in bilancio (depenalizzato dal centrodestra ai tempi del secondo governo Berlusconi, con il voto anche dell’Udc). Il Pd prova a rilanciare e ribadisce che servono norme contro l’autoriciclaggio e il voto di scambio.
LA POLITICA – E’ da giorni che al gruppo del Pdl di Palazzo Madama nessuno voleva parlare della possibilità di presentare dei subemendamenti ai tre emendamenti della Severino. Il presidente dei senatori pidiellini Maurizio Gasparri anche ieri sera aveva detto che si stava valutando il da farsi. Poi, quando il termine per la presentazione delle proposte di modifica è stato fatto slittare da mezzogiorno alle 18, si è cominciato a capire che ci sarebbero state delle novità. E così è stato. Il vice presidente del gruppo Gaetano Quagliariello, nell’imminenza del deposito delle proposte di modifica da parte del ministro della Giustizia aveva assicurato che anche il Pdl avrebbe rinunciato a ripresentare i propri emendamenti (sottoforma di subemendamenti alle proposte del Governo) perché “le istanze che erano state fatte dal gruppo erano state accolte”.
Evidentemente qualcosa deve essere successo perché si sia deciso all’ultimo di riproporre la questione “più calda” e cioè quelle norme che potrebbero non solo vanificare il processo Ruby che vede imputato Berlusconi, ma anche i processi di concussione già avviati al momento dell’entrata in vigore della legge. I subemendamenti riproposti da Compagna puntano infatti, non solo a prevedere il danno patrimoniale perchè si concretizzi il reato di concussione (ribadendo il cosiddetto “emendamento Sisto”), ma anche a trasformarlo, cambiando la condotta del reato. Sostituendo infatti la parola “indebitamente” con il termine “illecitamente”, la condotta cambia e i procedimenti già avviati diventano a rischio perché un imputato non può essere condannato per un reato diverso da quello per il quale era stato accusato inizialmente.
In più, il gruppo del Pdl ripresenta la cosiddetta norma ‘Anti-Batman’ a cui il Guardasigilli aveva dato parere negativo e si propongono modifiche all’emendamento della Severino sull’articolo 18 del ddl e cioè la parte del testo che riguarda il collocamento fuori ruolo dei magistrati. Anche su questo il Guardasigilli aveva sperato di aver raggiunto un “equilibrio” tra le istanze dei vari gruppi. Nella sua proposta era stato recepito, infatti, quasi integralmente, l’emendamento del Pdl che ha come primo firmatario l’ex sottosegretario di via Arenula Giacomo Caliendo. Domani dunque ricomincia il braccio di ferro tra le forze politiche e il Governo su uno dei provvedimenti più significativi in questo momento della vita politica nazionale. Per evitare ulteriori ritardi, a questo punto, è molto probabile che il Governo possa arrivare a chiedere il voto di fiducia.
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Fondazione Open, Renzi prosciolto insieme ad altri 10 indagati: anche Boschi, Lotti e Carrai
Milano, 19 dic.(Adnkronos) - Nell’asta del capacity market indetta da Terna per l’anno di consegna 2026, il portafoglio di capacità esistente del Gruppo A2A è risultato assegnatario per un totale di circa 4,4 GW, con un mix tecnologico che include impianti a gas e a fonte rinnovabile, a supporto della transizione energetica. Lo sottolinea la stessa A2A. Tale capacità è stata aggiudicata con contratto annuale al prezzo di 46.000 euro/MW/anno. Il Gruppo A2A è risultato altresì assegnatario di contratti annuali per 520 Mw di capacità estera al prezzo medio di circa 11.000 €/MW/anno. L’esito di tale asta è allineato rispetto a quanto ipotizzato nell’aggiornamento del Piano Strategico 2024-2035.
Roma, 19 dic. (Adnkronos/Labitalia) - Gian Luca Sghedoni, tramite il family office Napura, da lui fondato e guidato, annuncia l’acquisizione di Litokol spa, azienda riconosciuta a livello globale per l’eccellenza tecnica dei suoi sistemi professionali per la posa della ceramica. L’operazione ha visto l’acquisizione delle quote da Daniela Cottafavi, azionista di riferimento e figlia del fondatore Luciano Cottafavi e da alcuni manager dell’azienda. Questa operazione strategica rappresenta un passo decisivo per ridefinire il futuro del settore, introducendo un approccio visionario che combina creatività scientifica e talento personale.
“L’assunzione del totale controllo di Litokol - sottolinea Sghedoni - dimostra il grande impegno e coinvolgimento, mio e dei miei figli. Costruire un nuovo campione industriale è la mia sfida principale. In Litokol ho individuato una realtà imprenditoriale di eccellenza, focalizzata su ricerca tecnologica e forte di alti profili professionali. Il mio obiettivo è quello di sviluppare un ambizioso progetto di crescita”.
“I miei figli Jacopo e Riccardo sono al mio fianco e insieme vogliamo ripartire all’insegna della gentilezza, dell’etica e dei valori verso tutti gli stakeholder. Il capitale umano è alla base della nostra visione aziendale per creare valore,” continua Sghedoni. “L’acquisizione di Litokol è un atto di fiducia verso il futuro del settore della posa di superfici che, per troppo tempo, è rimasto privo di innovazione. Il nostro obiettivo è creare un ambiente dove creatività scientifica e talento individuale possano prosperare, generando soluzioni che ridefiniscano gli standard”.
Litokol sarà un hub di idee rivoluzionarie, un punto di incontro tra scienza dei materiali, intelligenza artificiale e creatività umana. Sarà un luogo in cui ricercatori, progettisti e artigiani potranno collaborare per sviluppare soluzioni che uniscano performance tecniche e un impatto ambientale senza precedenti. Tra i principali obiettivi: sviluppare materiali di posa altamente innovativi, ottimizzati per performance, sostenibilità e durabilità; esplorare l’applicazione di tecnologie avanzate, come nanomateriali e rivestimenti smart; promuovere un modello di innovazione aperta, collaborando con università, centri di ricerca e professionisti del settore.
“Il coraggio di sognare e la voglia di innovare sono i pilastri del nostro progetto. Vogliamo costruire un futuro in cui la tecnologia e il capitale umano siano al servizio di un progresso autentico,” ha concluso l’imprenditore.
“La cessione a Gian Luca Sghedoni - ha dichiarato Daniela Cottafavi - rappresenta per me il miglior futuro che potessi immaginare per l’azienda per garantirle prospettive solide. Questo accordo è quello che abbiamo voluto e perseguito con determinazione in questi mesi, grazie allo spirito di unione e a un sodalizio che io e Gian Luca abbiamo portato avanti con tenacia e convinzione. Siamo stati una squadra, uniti dallo stesso obiettivo”.
Litokol spa, nata nel 1968 a Rubiera nel distretto ceramico, è un’azienda riconosciuta a livello globale per l’eccellenza tecnica dei suoi sistemi professionali per la posa della ceramica con un’expertise esclusiva nelle tecnologie a base epossidica e poliuretanica con brevetti internazionali.
Gian Luca Sghedoni, 57 anni, sposato, tre figli. Entrato in Kerakoll nel 1988 all’età di 21 anni, quando l’azienda fatturava 11 milioni di euro, l’ha guidata portandola ai 500 milioni del 2019, quando lasciò l’azienda, per insanabili divergenze di vedute con gli attuali azionisti sulla gestione aziendale e sulla nomina di Andrea Remotti come AD.
E’ stato insignito nel 2008 del premio Ernst & Young 'Imprenditore dell'Anno, nel 2014 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica il premio Leonardo Qualità Italia. Grande appassionato di arte contemporanea e design.
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "La bozza del nuovo decreto cultura che circola in queste ore conferma, senza ombra di dubbio, il fallimento della riforma del Ministero della Cultura voluta dall’ex ministro Sangiuliano. Neanche un anno di distanza, un nuovo intervento che ha l’unica volontà di piegare politicamente l’amministrazione ministeriale, riducendo l’autonomia degli uffici e centralizzando il controllo nelle mani del Ministro Giuli". Lo dicono i deputati democratici della commissione cultura della Camera.
"Il cuore del decreto riguarda infatti la creazione di due nuove strutture tecniche che prevedono l’assunzione di sei nuovi dirigenti, scelti esternamente e direttamente sottoposti al Ministro. Questi dirigenti saranno incaricati di gestire, programmare e addirittura controllare attività che rientrano già nelle competenze degli uffici ministeriali esistenti, portando a una duplicità di funzioni e risorse", proseguono gli esponenti dem.
"In sostanza, si tratta di un vero e proprio commissariamento politico dell'amministrazione ministeriale ed è incomprensibile come misure di questo tipo possano essere ritenute urgenti e quindi inserite all’interno di un decreto legge. Chiediamo al Ministro Giuli di spiegare le ragioni di questa scelta, così come di chiarire le modalità con cui verranno selezionate e assunte queste nuove figure, che andranno a sovrapporsi a quelle già presenti nell’organigramma del Ministero", concludono i deputati Pd.
Roma, 19 dic. (Adnkronos/Labitalia) - L’alta gioielleria Made in Italy e internazionale danno appuntamento alla business community di Vicenzaoro dal 17 al 21 gennaio. Brand iconici, ritorni prestigiosi e alcune new entry offriranno la più completa panoramica sul gioiello luxury. Il boutique show di Italian Exhibition Group apre il calendario internazionale delle fiere orafe e del gioiello con un nuovo sold-out da 1.300 brand espositori; 170 dei quali nel salone delle tecnologie T.Gold. Tra i sette distretti merceologici in cui Vicenzaoro January si articola, dalle gemme di “Essence” all’oreficeria di “Creation”, sino alla gioielleria contemporanea di “Look” al packaging di “Expression”, è “Icon” che presenta al mercato l’alto di gamma.
Il Made in Italy sarà rappresentato dai gioielli firmati Damiani e dal sofisticato costante tributo alla storia e allo stile veneziano delle collezioni di Roberto Coin. Tanti i red carpet per Crivelli, il cui tocco artigianale ha conquistato il music biz italiano e per Fope e le sue catene elastiche. A Vicenza, anche le silhouette che rendono i gioielli Annamaria Cammilli quasi delle sculture. E ancora. Palmiero con le sue creazioni artistiche e scultoree. La versatilità dinamica dei gioielli Roberto Demeglio, le linee classiche di Leo Pizzo e Mirco Visconti o quelle contemporanee e sempre realizzate a mano di Davite & Delucchi. Il classico, senza tempo, di Giorgio Visconti.
La sperimentazione di Peruffo Jewelry. I diamanti hand made di World Diamond Group. Il tocco contemporaneo di Adolfo Courrier. Le textures di Nanis. Le cromie delicate di Giovanni Ferraris. L’impronta artigianale di Staurino Fratelli. La creatività di K di Kuore. La passione per il dettaglio di Mariani 1878 e, infine, tre brand che ben identificano tradizione ed evoluzione della gioielleria campana: Chantecler, De Simone Fratelli e Coscia. Nel lounge, al primo piano della Hall 7 nel quartiere fieristico, Morellato Group. E per la gioielleria maschile, infine, Zancan e Barakà.
Tra le case di alta gioielleria europee e internazionali: a Vicenzaoro January esporranno le tedesche Schreiner Fine Jewellery, Hans Krieger, Breuning, Niessing, Jörg Heinz e Heinz Mayer, Yana Nesper, Al Coro, Stenzhorn e Autore. Le spagnole Dámaso Martinez, Carrera y Carrera. Le francesi Akillis e La brune et la blonde. La svizzera Fullord. La turca Terzhian. L’americana, fondata a Mumbai, Sutra. Infine l’iconica Fabergé dal Regno Unito. Tra le novità di Vicenzaoro January 2025, i ritorni della maison italiana Gianni Carità, della greca Etho Maria e della francese Matthia’s & Claire, le new entry francesi Copin, Chrstns, Rouvenat e Oscar Massin. Inoltre, l’indiana PG Design, vincitrice del Singapore Jewellery Design Award 2024 che Ieg Asia ha voluto durante l’ultima edizione di Sije – Singapore International Jewelry Expo assieme all’Associazione dei gioiellieri di Singapore e la Jewellery Design & Management International School. Tema di quest’anno era il “lusso sostenibile” e da Singapore si vedranno a Vicenza le sue creazioni.
Nel distretto “Icon”, Design Room è lo spazio dedicato ai designer di alta gioielleria che reinterpretano il gioiello con creazioni spesso audaci e non convenzionali. A gennaio la Design Room sarà popolata dai brand Vicky Shawe, Chiarelli Milano, Miseno, Jmg Designer, Antonini Milano, Cédille Paris, Karen Suen, Busatti Milano, Mousson Atelier, Misani, Mattia Cielo, Netali Nissim e Mike Joseph oltre ad Alessio Boschi. Lo stesso Boschi e Alessia Crivelli sono i mentori del progetto “The 8”, voluto da Ieg per valorizzare i nuovi talenti italiani e internazionali della gioielleria. I designer scelti per questa edizione provengono da istituti come Ied, Tads - Tarì Design School, e il Master in Storia, Design e Marketing del Gioiello di Arezzo, sono Emma Calce, Lal Dal Monte, Enrico Valenza e 512 LAB (Carolina Lazzaro e Cristiano Di Iorio).
In contemporanea, dal 17 al 20 gennaio si svolgerà con ingresso gratuito al pubblico, previa registrazione sul sito, la sesta edizione di VO Vintage, salotto dell’orologeria e della gioielleria vintage di pregio aperto agli esperti, ai collezionisti e agli appassionati.
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "Il mio abbraccio a Matteo, a Luca, a Maria Elena, a tutte le persone che sono uscite a testa alta e dopo una grande sofferenza dal fango e dalle accuse. Alle loro famiglie, al tempo, raro galantuomo". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi a proposito dell'esito dell'inchiesta sulla Fondazione Open.
(Adnkronos) - "L'assoluzione di Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e Luca Lotti mi induce ad esprimere una legittima soddisfazione per i colleghi, dopo tante amarezze subite, e mi porta a serie riflessioni sul finanziamento della politica e sulla necessità di dare nuove regole e chiare discipline giuridiche". Lo scrive Pier Ferdinando Casini su Facebook.
"Non si può lasciare all'arbitrarietà e, a volte, anche alla faziosità di giudizio, l'analisi di un'attività fondamentale per la società civile come la politica. Spero che, abbassato il tasso di polemiche, sia possibile un ragionamento comune tra tutte le forze politiche", aggiunge Casini.
Roma, 19 dic. (Adnkronos) - “Intendiamo dare un segnale importante all'utenza della nostra strategia che vuole mettere il cittadino al centro dell'attenzione. Non si tratta di annunciare nuovi servizi per l'erogazione delle prestazioni o per ricevere domande, perché quelli li eroghiamo da molto tempo. La cosa importante è consentire a chi ha bisogno di informazioni riguardo a queste prestazioni, alle proprie domande, ai pagamenti, di raggiungere l'informazione nel modo migliore, più congeniale, più rapido e più preciso possibile. Abbiamo cercato di impostare una nuova experience d'uso dell'app mutuandola un po' dalle app del mondo bancario che sono caratterizzate da una elevatissima usabilità. Abbiamo lavorato su quella scia sapendo che il cittadino è abituato a utilizzarla, anziché costringerlo a imparare una nuova experience ci portiamo già su un terreno favorevole all'utenza che così potrà trovare più facilmente, in modo più intuitivo, tutto ciò di cui ha bisogno.” Queste le parole di Guido Ceccarelli, responsabile dell'Area “Experience e Digital Platform” Direzione centrale Tecnologia, Informatica e Innovazione dell'Inps in occasione della conferenza di presentazione della nuova App “Inps Mobile” a Roma.