Daccò e Simone come intermediari? Fu la Regione stessa a imporli”. E’ questa la motivazione principale con cui i pm di Milano hanno chiesto il prolungamento della carcerazione preventiva per i due, su cui il gip dovrà esprimersi domani. Nelle 15 pagine di argomentazioni i pm Pedio, Pastore e Ruta sostengono infatti che “emerge nitidamente dagli interrogatori dei coindagati e, in particolare, di Passerino Costantino, Maugeri Umberto e Mozzali Gianfranco, come proprio da organi della Regione Lombardia Passerino e Maugeri abbiano ricevuto l’indicazione di rivolgersi agli intermediari Simone e Daccò per ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli”.

I pm fanno anche gli esempi di come il sistema funzioni. E lo fanno ripartendo dalla fine degli anni novanta, quando Formigoni si insedia al Pirellone e cambiano i riferimenti politici di chi dalla Regione voglia ottenere qualcosa. Passerino, che della Maugeri è direttore generale, spiega infatti ai magistrati di essere stato indirizzato verso Simone da un collaboratore dell’allora direttore generale della Sanità Beretta.

E sarà proprio Simone – ricostruisce il Corriere della Sera – a fare ottenere alla Maugeri 14 miliardi di lire di rimborsi fino ad allora negati. Dice Passerino ai pm: “Attribuisco questo risultato all’intervento di Daccò e Simone”. In cambio però, lo stesso Simone avrebbe chiesto una gratifica personale: l’acquisto di un immobile a Praga. Spesa totale: 1,5 miliardi di lire. “Il 10% in più” dice Passerino, dell’allora valore di mercato. 

Da qui, il passo successivo porta al presidente della Regione Formigoni. Sottolineano infatti i pm come ci sia “un saldo legame con gli organi di vertice della Regione Lombardia e, in particolare, come si dirà con il presidente […] legame e complicità che conferiscono agli indagati un formidabile potere di influenzare e direzionare le decisioni politiche e amministrative in proprio favore”. In ragione di questa complicità, nell’intento di ricostruire i passaggi contabili, i magistrati ritengono che i due debbano restare in carcere. Per preservare “la complessità delle indagini svolte per ricostruire i costi sostenuti da Daccò e Simone al fine di remunerare illecitamente il presidente della Regione per provvedimenti adottati al fine di favorire la fondazione Maugeri“. 

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