Nove milioni di telespettatori. È il risultato clamoroso, l’ennesimo, del Celentano televisivo. Stavolta, ad approfittare del magnetismo catodico del Molleggiato è stata Canale5, l’ammiraglia Mediaset che in termini di ascolti non se la stava passando molto bene. Di nuovo boom di share, dunque, per un personaggio che magari non piace a tutti, almeno quando non canta, ma poi ci costringe sul divano, davanti alla Tv. 

Ieri, in un’Arena di Verona stracolma, Celentano ha perlopiù cantato. A modo suo, ovviamente, tra problemi tecnici e intere frasi dimenticate o saltate a piè pari. E quando canta, nessuno riesce a muovere una critica sensata. Il problema è quando il cantante si trasforma in guru e capopopolo, affrontando argomenti di una complessità mostruosa con un approccio troppo semplicistico.

Ma l’Arena di Verona non è uno studio televisivo, e quando Adriano si è dilungato con Fitoussi su decrescita e crisi economica, sono partiti i fischi. A riprova del fatto che se Celentano si limitasse a cantare sarebbe davvero un eroe nazionale. Sia chiaro: nessuno può limitare il diritto del Molleggiato ad affrontare qualsiasi tipo di argomento, anche se spesso lo fa con una superficialità che fa sorridere.

Ma il nostro è più che altro un consiglio a un signore che ha fatto la storia della musica italiana. Canta quanto ti pare, fallo spesso e fallo in diretta tv. I sermoni, però, limitali allo stretto necessario. Fallo per te, fallo per noi. 

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