Schifani chiama il capo della polizia: "Chiarimenti urgenti. Quelle immagini hanno provocato indignazione e sgomento". Fini: "Accaduto inquietante". Il questore: "Spettacolarizzazione dei familiari della mamma". Tutti i partiti insorgono e chiedono che il governo riferisca
“Profondo rammarico”. La polizia chiede scusa. Lo fa attraverso la voce del capo del corpo, Antonio Manganelli che porge le scuse ai familiari del bambino di 10 anni prelevato da scuola a Cittadella (in provincia di Padova), trascinato e portato via con la forza da alcuni agenti per essere condotto in una casa-famiglia, in esecuzione di una pronuncia del tribunale, come documentato da un video della zia del ragazzino trasmesso da Chi l’ha visto?. Il filmato integrale della polizia, invece, è stato anche trasmesso alla Procura per l’attività di competenza della stessa. Manganelli ha disposto un’inchiesta interna, che – assicura – sarà condotta con il “massimo rigore”. Una presa di posizione chiara dopo che l’intera politica – ai più alti livelli – si è sollevata per l’indignazione dopo aver visto quelle immagini. In particolare era stato il presidente del Senato Renato Schifani a esprimere lo “sgomento” per quel video e a ribadire che quando si tratta di minori servono “prudenza e accortezza”. Ma per l’episodio hanno protestato praticamente tutti i partiti rappresentati in Parlamento e anche il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Una linea ripresa anche dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri: “Ho visto il filmato del ragazzo di Cittadella e, come tutti, sono rimasta turbata da queste immagini” ha detto, aggiungendo che “prima di dare giudizi o emettere sentenze attendo serena di conoscere il risultato dell’indagine immediatamente avviata dal capo della Polizia”. Domani in Parlamento riferirà sulla vicenda il sottosegretario Carlo De Stefano.
Schifani: “Indignazione e sgomento”
La seconda carica dello Stato ha chiesto chiarimenti allo stesso Manganelli, usando parole nette. “Le immagini proiettate ieri sera a ‘Chi l’ha visto?‘ – ha mandato a dire – hanno creato indignazione e sgomento in tutti noi italiani. Comportamenti come quello al quale abbiamo assistito meritano chiarimenti ed eventuali provvedimenti”. “I bambini hanno diritto ad essere ascoltati e rispettati – precisa Schifani – e ogni provvedimento che li riguardi deve essere posto in essere con la prudenza e l’accortezza imposti dalla loro particolare situazione minorile. Comportamenti come quello al quale abbiamo tutti assistito, meritano immediati chiarimenti ed eventuali provvedimenti”.
Fini ha telefonato al questore di Padova per informarsi sull’accaduto che “appare grave, inquietante e meritevole dei necessari approfondimenti”. Il presidente della Camera, si legge ancora in una nota, “ha chiesto al governo di riferire quanto prima in considerazione delle richieste di informativa e delle interrogazioni parlamentari presentate in merito da deputati di vari gruppi”.
Il questore: “Spettacolarizzazione dei familiari della mamma”
La polemica raggiunge seconda e terza carica dello Stato, nonostante il questore di Padova Vincenzo Montemagno tenti di gettare acqua sul fuoco: è stata soltanto “una spettacolarizzazione messa in atto dai familiari materni in una vicenda complessa”, dice, anche perché è stato il padre a chiedere aiuto a un agente per prenderlo, visto che si divincolava, e farlo salire in auto. Nel video si vedono due uomini che trascinano il piccolo verso un’auto. In realtà, ha tenuto a precisare il questore, “si tratta del padre che lo tiene per le gambe. A un certo punto il bambino si è buttato a terra: è un ragazzino corpulento e per questo il padre ha chiesto aiuto a uno dei nostri agenti per sollevarlo da terra e portarlo in auto”. Il bambino, inoltre, ieri è stato visitato ed è stato trovato “in buone condizioni fisiche e psicologiche”. “La storia giudiziaria inizia nel 2005 e nel tempo si è avviluppata”, ha ricapitolato Montemagno. L’affido al padre del piccolo segue la disposizione della magistratura che per ben “tre volte aveva tentato di eseguire il provvedimento presso l’abitazione della madre”, trovando sempre l’opposizione dei nonni e della stessa donna.
Le associazioni e il Garante per l’infanzia
Mentre l’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani ha annunciato che presenterà un esposto al ministero della Giustizia, affinché vengano svolte immediate indagini per fare luce su un caso di giustizia minorile che ha già fatto il giro del mondo”, il Moige definisce l’episodio una barbarie e chiama in causa il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. Esprime “profonda preoccupazione” Giacomo Guerra, presidente dell’Unicef, perché “i diritti dell’infanzia sono parole vuote se non vengono calati nella quotidianità di vita, anche quando i genitori sono in conflitto”. Guerra puntualizza poi di essere in contatto con l’Autorità nazionale garante per l’infanzia e il Garante per i diritti dell’Infanzia della Regione Veneto, attivi sul fronte della segnalazione alle istituzioni competenti della violazione dei diritti dei minorenni. “In particolare – ha aggiunto – lanciamo un appello ai media affinché venga tutelata la privacy di questo bambino, per non peggiorare la complessità della situazione che si trova a vivere”. Quello che è accaduto è “molto grave” anche per l’Ordine degli Assistenti sociali e Vincenzo Spadafora, del Garante per l’infanzia e l’adolescenza invoca “una riforma della giustizia minorile” a seguito di “un episodio grave per le modalità in cui si è svolto”.
Reazioni politiche
L’indignazione dei partiti è trasversale, dall’Italia dei Valori e dai Verdi fino al Pdl e alla Lega. Pd e Idv hanno chiesto che il governo riferisca alla Camera. Chiedono chiarimenti Mara Carfagna, Elisabetta Alberti Casellati, Flavia Perina, Antonio Borghesi, Stefano Pedica, il presidente del Veneto Luca Zaia. Secondo Sandra Zampa sono “indegne di un Paese civile” le immagini di quel video. Per il presidente dei Verdi Angelo Bonelli sono “raccapriccianti e vergognose”.