Si è concluso con uno scontro a suon di dichiarazioni l’incontro di ieri tra le istituzioni, la Bv Tech e i sindacati rappresentanti dei 41 lavoratori dell’ex Manifattura Tabacchi. Che dal 16 ottobre perderanno la cassa integrazione in favore della mobilità, prima, e della disoccupazione, poi. Il casus belli che ha dato il via alla diatriba sono state le dichiarazioni a margine della trattativa rilasciate dall’assessore regionale alle Attività Produttive Gian Carlo Muzzarelli, che per il mancato accordo ha puntato il dito contro la Fiom. “Prendo atto con rispetto che la maggioranza dei lavoratori, secondo quanto riportato oggi in riunione dai sindacati, non ha accettato l’accordo, non aderendo alla proposta di provare a prorogare gli ammortizzatori sociali – ha detto Muzzarelli – In un momento economico così pesante, è una conclusione di difficile comprensione”. L’appunto, conferma l’assessore, contattato telefonicamente dal fattoquotidiano.it, è rivolto soprattutto al sindacato delle tute blu.
“Ieri – chiarisce infatti – la Regione si è impegnata per prorogare la cassa integrazione e mentre 3 delle 4 sigle presenti all’incontro si sono dette disponibile a un ragionamento di questo tipo, la Fiom ha respinto la proposta, portando alla firma di un verbale di non accordo”.
In realtà, almeno per i sindacati, e per le tute blu in particolare, le ragioni del nulla di fatto sono chiarissime. Anzi, sono proprio le dichiarazioni “quantomeno inopportune” dell’assessore a scatenare la dura replica dei delegati, nonché quella dei 30 lavoratori, su 41, iscritti al sindacato.
“Sono quattro anni ormai che le istituzioni, dal Comune alla Regione, continuano a promettere un impegno che a oggi non ha ancora dato risultati – attacca Marco Colli, delegato Fiom – e due mesi e mezzo in più di cassa integrazione, perché è di questo che si parla, visto che per il 2013 lo Stato deve ancora finanziare gli ammortizzatori sociali, non sono una soluzione”.
Di più, “se avessimo firmato l’accordo, che stabiliva una proroga della cassa integrazione per cessata attività, avremmo automaticamente sollevato istituzioni e azienda da ogni responsabilità. Invece proprio i rappresentanti del Comune e della Regione si sono impegnati a trovare una soluzione per questi lavoratori, formati con soldi pubblici, e quell’impegno deve essere mantenuto”.
Anche se, per il momento, la possibilità di lavorare nel nuovo Tecnopolo di Bologna, come garantito agli operai dalle istituzioni locali, sembra più lontana che mai. Dopo l’acquisto, effettuato dalla Regione con soldi pubblici, dell’area dove sorgeva l’ex Manifattura Tabacchi, infatti, ci sono stati solo ritardi su ritardi e quell’eccellenza che doveva essere costruita entro il 2013 rischia di vedere la luce solo molto più in là. Forse nel 2016. Del resto, la realizzazione “dell’hub della rete regionale dell’alta tecnologia”, così com’è descritto sul sito internet della Regione Emilia Romagna, costerà complessivamente 180 milioni di euro, che per il momento ancora non ci sono.
Quindi, finché l’azienda non ritirerà i licenziamenti e non presenterà un piano industriale “credibile”, offrendo garanzie “nero su bianco e non solo a parole, come fa da tempo” la firma non ci sarà. “E non solo per volontà della Fiom – chiarisce Colli – perché il verbale di non accordo siglato ieri pomeriggio, non è stato firmato solo da noi”. Contrari alla stipula erano anche tutti gli altri sindacati presenti, la Cisl, la Uil e l’Rsu. “Basta leggere il documento per constatarlo”.
“Alle critiche di Muzzarelli rispondiamo che siamo stanchi di essere presi in giro – conclude Paola Ferrigno, delegata Fiom e dipendente della Bv Tech – l’assessore ci ha accusato di non voler accettare ciò che ci è stato offerto, ma la decisione presa ieri dal sindacato è lo specchio della volontà dei lavoratori, che come milioni di persone in Italia hanno bisogno di lavorare per pagare mutui, affitti e mandare avanti la famiglia. Non crediamo più alle promesse, ora abbiamo bisogno di garanzie”.