Se cade la giunta della Lombardia cadranno anche quelle di Piemonte e Veneto? Secondo Angelino Alfano non si tratta di “una minaccia ma di un patto politico”. In Veneto, puntualizza il segretario ai microfoni di Radio anch’io, non ricandidammo Galan uscente e vincente per rispettare un accordo con la Lega Nord. Ma lavoriamo perché non cada la Lombardia”. Così il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ai microfoni di Radio Anch’io.
“Noi crediamo che Formigoni debba fare un gesto forte, molto forte. Crediamo davvero che il presidente Formigoni dirà e farà cose talmente forti per rimettere in marcia la Regione Lombardia. E’ qualcosa di più di una presa di distanza da Zambetti. Penso che debba azzerare tutto e debba ricominciare daccapo. Serve dare un segnale di censura. Ho già avuto modo di parlare con Formigoni – prosegue – io e Maroni, come ministri abbiamo fatto tantissimo per contrastare la ‘ndrangheta. Questa opera di azzeramento avverrà per opera e per mano dell’ex ministro dell’Interno e della Giustizia”.
Sulla situazione all’interno del partito, il segretario del Pdl chiarisce: “Non siamo soddisfatti di tante cose del nostro partito e se questo significa cambiare il simbolo e il nome rimettendo in discussione tutto, anche la classe dirigente, lo faremo. Se riusciremo a realizzare la riunificazione di quell’area moderata, questo vale la maggioranza assoluta. Entro dicembre – avverte Alfano – prenderemo delle decisioni drastiche su tutto quello che riguarda il programma e le liste. Bisogna azzerare tutti i malfunzionamenti di questo partito perché non siamo soddisfatti. Non posso annunciare nomi ma abbiamo una meta: la ricostruzione del centrodestra italiano. Occorrerà premere il tasto reset – aggiunge – e rimettere in funzione tutti i procedimenti che non hanno avuto buona applicazione in questi anni”.
Angelino Alfano apre infine uno spiraglio alla trattativa, arenata, con il Pd sulla legge elettorale dicendosi “disponibile” a un premio di coalizione alla coalizione, la soluzione da sempre caldeggiata dal Pd, anziché al partito, cioè l’opzione portata avanti dal Pdl. L’ex ministro della Giustizia, rispondendo alle domande degli ascoltatori di Radio Anch’io, osserva infatti che “se, pur di cambiare la legge elettorale, la sinistra dovesse chiedere che il premio vada a una coalizione per essere più sicuri che si ottenga la governabilità, noi siamo disponibili a cedere su questo punto perché – spiega – crediamo che, alla fine, lo scopo vero sia quello di assicurare la governabilità'”.