Il presidente della Repubblica incontra i governatori chiede un immediato intervento per ridurre i costi della politica e contrastare il malcostume: "Non sono in questione i principi fondamentali della Costituzione, ma si tratta di problemi di riequilibrio della finanza pubblica"
Il ruolo delle Regioni deve rimanere importante, ma bisogna stroncare i fenomeni di abuso del denaro pubblico. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo aver incontrato i presidenti di Regione, in una nota esprime “l’esigenza di un ampio sforzo di chiarificazione di fronte all’emergere, nel dibattito pubblico, di interpretazioni unilaterali e sommarie con accenti liquidatori nei confronti dell’attività e del ruolo delle Regioni“. Il Capo dello Stato ha ribadito ai rappresentanti delle regioni la necessità di “un immediato intervento legislativo per ridurre i costi della politica nelle Regioni e stroncare intollerabili fenomeni di abuso del denaro pubblico e di malcostume”. Napolitano chiede anche la “rapida, positiva conclusione del confronto in atto per il completamento del processo di riordino delle Province”.
“Si tratta di problemi di riequilibrio della finanza pubblica e di adeguamento degli assetti istituzionali” precisa Napolitano. “Non sono in questione – prosegue – i principi fondamentali della Costituzione e in particolare quello che nell’articolo 5 associa l’unità e indivisibilità della Repubblica al riconoscimento delle autonomie locali. Sono in questione gli equilibri istituzionali delineati nella Seconda Parte della Carta”. “Purtroppo – si rammarica il presidente della Repubblica – anche la presente legislatura rischia di chiudersi senza che si sia giunti a intese risolutive (fatta eccezione per la importante riformulazione dell’articolo 81), pur costantemente sollecitate dal Presidente della Repubblica fin dall’inizio del suo mandato”.
“La proposta di legge costituzionale approvata dal governo – scrive il Quirinale – costituisce una prima parziale risposta su cui spetterà al Parlamento pronunciarsi. Anche la necessità da anni ormai matura di operare – sulla base dell’esperienza nonché dell’evoluzione del quadro europeo e infine della radicale modifica dell’art. 81 della Costituzione – una revisione della riforma del Titolo V varata nel 2001, è rimasta irrisolta. La proposta di legge costituzionale approvata a questo proposito dal governo costituisce una prima parziale risposta su cui spetterà al Parlamento pronunciarsi. Ed è ugualmente al Parlamento, oltre che al governo, che le Regioni – aggiunge Napolitano – potranno rappresentare le loro preoccupazioni circa le modalità del contributo che esse sono doverosamente chiamate ancora a dare al consolidamento dei conti pubblici e alla stabilità finanziaria, attraverso misure urgenti e attraverso scelte lungimiranti di razionalizzazione e di disciplina unitaria della gestione complessiva delle risorse disponibili”.