Chi li ha visti arrivare, dice che erano tre macchine. Qualcuno parla, addirittura, di quattro. Tutti in borghese. Sirene spente, come nelle grandi operazioni antimafia. Avevano, raccontano, i tesserini al collo. Tirati a lucido, non potevi non vederli. Sono arrivati all’improvviso. Sono scesi di corsa dalle auto. No: non erano i Carabinieri del Ros o i reparti speciali della Polizia.
Era la Polizia Municipale.
Siamo a Roma, zona Colosseo. I vigili sono stati accolti bene. Finalmente verrà ristabilita un po’ di legalità. Chi abita in centro – di una grande città o di un piccolo comune – sa che di irregolarità ce ne sono a centinaia. A cominciare dall’invasione del suolo pubblico da parte di ristoranti e bar.
Ti apparecchiano nel portone. Veramente. Non così per dire. Senza contare i controlli fiscali, igienico-sanitari, gli abusi edilizi. Le macchine parcheggiate a muzzo ovunque.
“Allora, com’è andata?” chiedo ad un ragazzo della zona.
“Hanno fatto solo una multa”.
“Una sola?”.
“Sì”.
“Strano”.
“Già, strano”.
“Forse è tutto in regola”.
“Non mi pare”.
“E chi hanno multato?”
“Lui”. E indica qualcuno alle mie spalle.
Mi giro. C’è un baracchino di fiori. Di quelli aperti 24 ore su 24. Lo gestisce un distinto signore del Bangladesh. Vive lì. Dorme lì. Si lava alla fontanella. Mangia su un banco all’aperto, Ferragosto, Natale, non importa.
“Le hanno fatto la multa?”
Annuisce.
“Posso vederla?”
Me la porge. E’ un verbale da 149 euro. Per occupazione abusiva di suolo pubblico. Ha poggiato dei vasi “ben oltre 80 centimetri allo spazio concesso”.
Mi guardo intorno. Non sono un esperto ma mi sembra ci siano illeciti ben più gravi.
Sia chiaro: l’illegalità va sempre punita. Però questa dell’applicazione a geometria variabile della legge è una delle cose più detestabili del nostro Paese.
Una volta avevano parcheggiato talmente vicino al portone di casa che non riuscivo ad entrare.
Dopo quasi un’ora, riesco a parlare con i vigili.
“E’ una cosa urgente? Perché oggi è un casino”.
“No, tranquilli. Potete venire anche il mese prossimo. Intanto noi entriamo dalle finestre”.
Adesso che lo so, la prossima volta che mi serve un loro intervento immediato, li chiamo e gli dico: “Presto correte! Ci sono delle begonie fuori posto”.