“L’investimento a Mirafiori deve partire. C’era un impegno chiaro e la Fiat lo deve rispettare“. Lo ha affermato ai microfoni de ilfattoquotidiano.it Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisl, durante il presidio fisso di tre giorni organizzato a Torino davanti alla stazione di Porta Nuova. Gli operai dello stabilimento torinese tornano a chiedere a Sergio Marchionne, Ad di Fiat, di rispettare gli impegni presi: entro un anno si dovranno costruire due nuove macchine a Mirafiori. “Ma la Fiat – spiegano dal sindacato – continua a rimandare. Noi – tuona la Fim – abbiamo fatto il nostro. Adesso tocca a Marchionne garantire gli investimenti”. Il piano Fabbrica Italia prevede, infatti, la costruzione di due nuovi modelli a Mirafiori, ma a meno di un anno dal termine posto dagli accordi, i lavori per le nuove lineee non sono ancora iniziati. Dopo il referendum, che ha spaccato la fabbrica in due, il segretario provinciale Claudio Chiarle rivendica la posizione che Fim ha avuto nella firma del nuovo contratto. “Non è Marchionne – dice – che non ha portato gli investimenti, è il mercato. Non è la Fiat, è il mercato”. A Mirafiori lavorano, pochi giorni al mese, 1500 operai su più di 5000 e, anche nelle più rosee presi visioni, sarà così fino alla fine del 2013 di Cosimo Caridi
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