A quei tempi, Firmigoni andò come sempre per televisioni, a raccontare che c’era stato un complotto contro di lui e che noi ne eravamo stati i protagonisti. Naturalmente, senza contraddittorio e senza diritto di replica, così come mai ci fu consentito di interloquire con lui dai vari Vespa, Floris, Annunziata, Costanzo, Paragone & Company. A due anni e mezzo di distanza, dopo che abbiamo portato noi le prove di un migliaio di firme false sulle sue liste e dopo che il Consiglio regionale abusivo della Lombardia resta comune in piedi, qualcosa si è mosso. Finalmente.
Con la sentenza di ieri si è quantomeno riparato al tentativo formigoniano di ledere l’onore dell’unica forza politica che si è sempre battuta per la legalità delle elezioni: il Partito Radicale. Se fossimo in una democrazia e in uno Stato di diritto, ora ci dovremmo aspettare che finalmente dopo oltre due anni e mezzo siano anche annullate quelle elezioni regionali del 2010 totalmente illegali, in ragione della truffa elettorale che noi Radicali abbiamo scoperto, costringendo la giustizia a occuparsene.
Noi Radicali continueremo questa battaglia e oggi chiederemo di costituirci parte civile nell’udienza preliminare davanti al Tribunale Penale di Milano per la falsificazione delle firme elettorali, contro Podestà e i quindici “autenticatori del Pdl”.
Ah, dimenticavo: la Lega. La compagine leghista pare essere divenuta la più rumorosa nell’abbaiare contro la Giunta da loro stessi finora sostenuta in Regione Lombardia. Can che abbaia non morde? Roberto Maroni e Matteo Salvini hanno un’occasione d’oro per dissociarsi dall’episodio che ha segnato la legislatura regionale ancor prima del voto: la truffa elettorale delle centinaia di firme false risultate determinanti per la presentazione alle Regionali del 2000 della coalizione Pdl – Lega. Proprio la Lega di Maroni e Salvini, in perfetta continuità con quella di Bossi e Belsito, hanno finora continuato ha pagare fior di avvocati per affiancare in tribunale i legali di Formigoni e della Regione Lombardia, impegnati nel tentativo di rinviare i processi a dopo la fine del quarto mandato formigoniano.
Se, invece di abbaiare, Maroni e Salvini avessero deciso di mordere, o almeno di mollare l’osso del sistema di potere formigoniano, possono fare subito una cosa semplice: ritirare gli avvocati della Lega dai processi penali, civili e amministrativi sulla truffa elettorale.