Basta poco, davvero poco, per mandare in tilt milioni di persone. Se poco, d’altro canto, può essere considerato un down improvviso e prolungato di Facebook, il colosso dei social network. E allora, quando gli aficionados della f bianca su fondo blu si sono accorti del crash, è stato un vero e proprio delirio, tra il serio e il faceto. Per fortuna c’è Twitter, e allora tutti sul micro social per condividere il trauma, raccontando in 140 caratteri il lutto di dover passare una serata senza status da commentare, like da cliccare, foto (quasi sempre orribili) da condividere. Tutto rientrato in 20 minuti, per fortuna, ma 1200 secondi sono bastati per far schizzare l’hashtag #facebookdown in cima ai top tweet.
L’approccio allo psicodramma internet taro è stato variegato e a tratti spassoso. L’utente di Twitter @carlogabardini ha scoperto (magari come tanti altri nello stesso momento) di poter “dire in 140 caratteri quello che su facebook dicevo in due pagine”. Più ironica Carla Corigliano (@carlacorigliano): “La vicina è tornata a spiare la gente dalla finestra”. E i complottisti? Vuoi mettere che non abbiano approfittato del down di Facebook per rispolverare una delle loro affascinanti teorie? E allora via con Maya, scie chimiche, apocalissi varie, Anonymous. E poi, visto che contemporaneamente si diffondeva in Rete la voce dell’ennesima morte di Fidel Castro, qualcuno ha pensato che il down fosse in qualche modo collegato. Non si capisce perché, ma pazienza. In momenti di crisi d’astinenza da social network possiamo sopportare questo e altro, persino il grido disperato di chi invitava gli utenti ad approfittarne e a risolvere il problema della bassa natalità, con previsioni di un baby boom per il prossimo mese di luglio.
Ma la causa di tal catastrofe globale? Dispiace deludere i fantasiosi utenti di Twitter, ma pare si sia trattato di un banale (e tecnologicissimo) problema di DNS. Dopo i venti minuti di blackout, l’hashtag #facebookdown ha continuato a dominare la classifica, semplicemente perché l’ironia si era riversata sulle reazioni al blocco: tra chi parlava di strade di nuovo piene o di code ai caselli per sfuggire all’Apocalisse, particolarmente amaro il commento di qualche user più engagé: “L’Italia rischia il default e non frega a nessuno, Facebook va in down per 20 minuti e sono pronti alla rivoluzione”. È l’Italia 2.0, bellezza.