Dall'assemblea nazionale dei metalmeccanici in corso al Palapanini di Modena, il segretario ha rilanciato una nuova tappa dell'autunno caldo: "Il lavoro torni al centro dell'agenda del governo Monti e della politica industriale italiana"
“Proporremo uno sciopero generale di tutti i metalmeccanici il 16 novembre”. Lo ha detto il segretario generale di Fiom Cgil Maurizio Landini all’apertura dell’assemblea nazionale della Fiom-Cgil, al Palapanini di Modena. “Uno sciopero – ha aggiunto Landini – per ribadire che al centro c’è il lavoro, e una politica che difenda il nostro sistema industriale”.
I lavori dell’assemblea si sono aperti alle 9.30 di questa mattina, con il discorso del segretario Landini, che ha parlato davanti di circa 5 mila lavoratori metalmeccanici arrivati da tutta Italia. Oltre allo sciopero generale e alle iniziative di lotta a sostegno della riconquista del Contratto nazionale di lavoro, gli iscritti hanno discusso della situazione della categoria, a partire dalla crisi del settore e dalle vertenze aperte, da Fiat, all’Ilva, al settore degli elettrodomestici e delle Tlc, a Finmeccanica e Fincantieri.
Di fronte ai 5mila presenti, Landini è andato a ruota libera: “Sull’accordo separato – ha detto il sindacalista – c’è una trattativa in corso che ha escluso la Fiom in modo sbagliato, violando le leggi e gli accordi del nostro Paese. Noi stiamo proponendo un accordo unitario, da qui al 2013, chiamato ‘un accordo per il lavoro’, un accordo per difendere l’impresa”. Lanciando un appello: “Noi diciamo al governo di defiscalizzare gli aumenti del contratto nazionale che vanno a tutti. Alle imprese che rimangono in Italia e investono, a quelle che riducono l’orario di lavoro e attuano contratti di solidarietà per difendere l’occupazione, siano date agevolazioni e si riduca il cuneo fiscale”. Perché, secondo il segretario, “non c’è giorno senza che i lavoratori debbano difendere il loro posto e la loro dignità, non può essere solo un loro problema”.
Landini ha poi ribadito la posizione del sindacato delle tute blu, da sempre fortemente critico sull’operato del governo dei tecnici e contrario a un Monti bis. “Prima viene tolto di lì questo governo, meglio è, non sta facendo l’interesse dei lavoratori. Non esistono governi tecnici – ha proseguito Landini – anche questo ha una maggioranza e sta facendo scelte politiche precise. Chi, per affrontare l’emergenza, pensa a riforme strutturali che decideranno che cosa succederà nel nostro Paese nei prossimi dieci anni, non mi pare un governo tecnico”.