La nuova Aia prevede che la produzione deve scendere da 15 a 8 milioni di tonnellate con interventi strutturali sulla rete degli idranti, copertura dei nastri e del calcare. Il ministro dell'Ambiente ha inoltre affermato "di star lavorando insieme all'Oms e l'Istituto Superiore della Sanità a un piano per la protezione della salute"
Il fermo e il rifacimento dell’altoforno 5 avverrà entro il 30 giugno 2014 e i parchi minerali dovranno essere coperti entro due mesi. E’ quanto scritto nella nuova Autorizzazione integrata ambientale per l’Ilva che verrà approvata entro il 18 ottobre nella Conferenza dei servizi ed è stata illustrata stasera dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini. La produzione dello stabilimento secondo il titolare dell’ambiente “è limitata a 8 milioni di tonnellate di acciaio l’anno”, con la precedente autorizzazione che autorizzava la proprietà fino a 15. L’Aia arriva dopo che il sei ottobre scorso la procura di Taranto ha intimato all’Ilva di spegnere gli impianti inquinanti.
Clini nella sua conferenza al ministero ha affermato che tra gli interventi strutturali da avviare entro il 2013 c’è “la rete di idranti, gli sparanebbia e la copertura completa dei nastri trasportatori e del calcare”. Inoltre nell’Aia è previsto il fermo e il rifacimento dell’altoforno 1 e l’adeguamento degli altiforni 2 e 4. Sorte peggiore per il 3, che non è più autorizzato all’esercizio e verrà dismesso. E’ previsto peraltro uno stop all’uso di pet-cocke e catrame di cockeria.
Per quanto riguarda l’adeguamento dei parchi minerali Clini ha detto che “bisogna procedere subito, all’indomani della firma dell’Aia, alla copertura dei cumuli di materiali polverosi e al riposizionamento dei parchi, con una fascia di rispetto di 80-100 metri”. Il ministro dell’Ambiente illustrando i contenuti ha anche precisato che “nei giorni più critici, i cosiddetti wind days, bisogna da subito ridurre le operazioni del 10%, predisporre una doppia dose di filmatura, la bagnatura doppia delle piste e la riduzione della velocità dei veicoli del 50%”. Il riesame Aia prevede anche l’adeguamento alle migliori tecnologie disponibili stabilite a livello europeo e predispone inoltre la chiusura delle aree di gestione e movimentazione dei materiali polverosi, la riduzione del limite per le diossine dal camino E312 e la completa cattura polveri dal raffreddatore circolare.
Si inteverrà inoltre anche con la riduzione drastica delle polveri per l’intera area ghisa e acciaieria. Tra le azioni da adottare subito vi è l’attuazione dei sistemi di controllo e monitoraggio per tutti i principali punti di emissione, la valutazione corretta delle emissioni diffuse e l’adeguamento dell’area ghisa acciaieria. Sul costo di tutte le operazioni, le misure prescritte dalla nuova Aia secondo il ministro Clini “hanno dei costi che rientrano nell’ordine di miliardi”. Ma sulla cifra precisa, per alcuni nell’ordine di 10 miliardi di euro, il ministro non si sbilancia, precisando che “potrebbero essere di più se si calcolano soltanto i costi ma molto di meno se si considerano anche i vantaggi”.
Il ministro Clini parlando della situazione ambientale che sta vivendo la città di Taranto ha detto: “Con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Organizzazione Mondiale della Salute e il ministero della Salute stiamo mettendo a punto un piano per la protezione della salute in collaborazione con la Regione che ha già pensato a una struttura ad hoc”. Dopo la firma dell’autorizzazione integrata ambientale per l’Ilva di Taranto secondo il ministro bisognerà avviare un riesame dell’Aia non appena sarà definito il documento per la valutazione del danno sanitario previsto dalla legge delle Regione Puglia”. Clini infine auspica che a fronte di questo documento “l’azienda, la Procura e il Gip possano giungere a soluzioni non conflittuali”, e ci sono tutte le condizioni perché questo documento “possa facilitare il percorso parallelo avviato dalla Procura di Taranto”.