Il presidente annuncia la sua ferma intenzione di restare in sella fino a fine legislatura, impegnandosi nelle riforme e nel progetto delle macroregioni. E sull'assessore arrestato dice: "Nel 2010 non lo volevo". Dopo l'accordo di ieri per tamponare il caso Zambetti, continua il ping pong della Lega. Il senatùr chiede le elezioni "insieme alle politiche"
Roberto Formigoni non solo resta al suo posto dopo l’ennesimo scandalo. Ma rilancia la “prospettiva del 2015“, cioè di arrivare alla scadenza naturale della legislatura nonostante la Lega, sua alleata determinante in maggioranza, pur tra mille tentennamenti lo dia per spacciato da qui ad aprile, e parli apertamente di elezioni anticipate. Dopo l’accordo di ieri, spiega il presidente della Lombardia a Radio 24, “riprendiamo la prospettiva del 2015”. Il patto consentirà così di “continuare a portare avanti le politiche eccellenti di Regione Lombardia”. Un traguardo, tra l’altro, che gli consentirebbe di completare 20 anni tondi alla guida della Regione, che presiede ininterrottamente dal 1995.
Ma il ping pong della Lega sulla sua permanenza al Pirellone prosegue: il voto in Lombardia ”penso ci sarà in contemporanea con le elezioni politiche”, dice Umberto Bossi ai giornalisti nel Transatlantico alla Camera, rilanciando così la prossima scadenza di aprile. “La decisione di azzerare la giunta in Lombardia è buona”, aggiunge. Nel pomeriggio i 15 assessori della Regione Lombardia hanno rassegnato formalmente le dimissioni, durante l’ultima riunione della Giunta. Assessori e sottosegretari rimarranno in carica, per le attività di ordinaria amministrazione, fino all’insediamento della nuova Giunta.
Formigoni ha rivendicato di aver compiuto una scelta “forte di discontinuità” verso una “Giunta rinnovata e ridimensionata”, a cui lavora “da stamattina”, che dovrà concentrarsi su una serie di riforme concordate fra Pdl e Lega, fra cui quelle del welfare, della sanità e una proposta per le macroregioni. “Non ho mai pensato di dimettermi”, ha ribadito. “Il mio pensiero è come garantire e migliorare l’efficienza dei nostri servizi. Poi un uomo politico deve sempre tenere presente a 360 gradi tutte le possibilità e scegliere quello che e’ il meglio o crede essere il meglio”.
Sull’ultimo caso che lo ha portato sull’orlo della rottura con il Carroccio, l’arresto dell’assessore alla Casa Domenico Zambetti con l’accusa di aver comprato voti dalla ‘ndrangheta trapiantata in Lombardia, il presidente “rivela” un suo tentativo di bloccare l’ascesa del politico Pdl: ”Nel 2010 non avrei voluto confermare Zambetti” come assessore, ha spiegato. “Circolavano delle strane voci”. Alla domanda su chi lo scelse, Formigoni risponde: “Il presidente è eletto, ma è supportato dai partiti. Aveva ragione il mio intuito. E’ stato un errore”.
Formigoni ha anche commentato la scarcerazione dell’ex assessore Antonio Simone, coinvolto nell’inchiesta sulla fondazione Maugeri che vede indagato lo stesso Formigoni. Sulla prospettiva di andare a trovare l’amico di una vita, il presidente risponde: ”Temo di non avere tempo nei prossimi giorni, ma è una notizia di cui ho gioito”. I mesi di carcerazione preventiva subiti da Simone sono stati, secondo Formigoni, “una tortura” che “ha superato il record di Mani Pulite”.