Appena uscita dalle celebrazioni per i 50 anni delle sue icone pop – Beatles e James Bond -, la Gran Bretagna è costretta ad interrogarsi su due miti che vanno in pezzi. Uno è quello di Jimmy Savile, popolarissimo e amato personaggio televisivo della Bbc. Primo disk jokey d’Inghilterra, per 20 anni conduttore del programma musicale di “Top of the Pops”, poi attivamente impegnato in opere di beneficenza, Savile è scomparso, 84enne, non più di un anno fa. L’altro è proprio quello della Bbc, la tv di stato britannica, con la sua indiscussa fama di imparzialità e di correttezza.
Il primo, carismatico ed eccentrico giullare, è da giorni al centro di accuse che ne rivelano l’abitudine di abusare di ragazze giovanissime, spesso tra i 13 e i 17 anni. La gloriosa televisione e radio di Stato è parallelamente raggiunta da un’accusa che non sembra ha precedenti: quella di aver protetto il “suo” Savile. Al punto di non aver permesso al suo principale rotocalco investigativo di indagare sul passato di uno dei propri volti simbolo.
Peggio ancora, le accuse a Savile sono emerse da un documentario della rete privata Itv, “The Other Side of JimmySavile”, trasmesso all’inizio di ottobre, che esponeva le accuse di tre donne. Molestate nei camerini della tv di stato, adescate da quello che le inchieste – quelle giornalistiche prima che quelle giudiziarie – ritraggono come un satiro, dall’energia vitale dirompente ma tutta mirata ad un solo scopo: piacere alle ragazzine. Dai casi iniziali, le donne che dicono di essere state molestate o violentate sono una trentina, e il numero potrebbero aumentare. Scotland Yard non ha fatto in tempo ad aprire un’inchiesta che sono arrivati nuovi particolari sempre più scioccanti. Come quelli rivelati dal Sun di abusi su una paziente, minorenne e malate, dell’ospedale di Stock Mandeville, nel Bukinghamshire, dove Savile, negli anni ’70, aveva lavorato come volontario.
I fatti legati alle presunte violenze sono tutte ancora da accertare, ma intanto l’opinione pubblica è scossa. Cameron interviene per far sapere che sta considerando di revocare o status di cavaliere, che Savile aveva ottenuto come benefattore (e così fa anche il Vaticano, che a Savile, fervente cattolico, aveva concesso l’onorificenza papale). La famiglia intanto si affretta a rimuoverne la lapide per paura che venga profanata la tomba nel cimitero dello Yorkshire dove Savile riposa. Lui che aveva vissuto con la madre fino alla morte di lei, amava dire di sé: “Riesco a fare cose che gli altri non fanno semplicemente perché sono single e ho molto tempo”. Una frase che si arricchisce oggi di un retrogusto amaro e terribile.
Ma un problema anche più grande ce l’ha ora la Bbc. Innanzitutto perché Newsnight, un programma investigativo su temi di attualità della settimana, stava preparando un servizio su Savile, che però non è mai andato in porto. Respinge l’idea che si sia trattato di censura il nuovo direttore generale della tv di pubblica, George Entwistle. Eppure, la sua tiepida proposta di inchiesta interna viene corretta in corsa da Lord Patten, che di Bbc è il presidente, il quale rilancia l’apertura di un’indagine vera e propria condotta da una personalità indipendente. A riprova che qualcuno, dentro la Bbc, sapeva ma ha taciuto per difendere il volto di “Top of the Pops”. Lo ammette anche, tra i primi, Janet Street-Porter, giornalista e presentatrice della stessa tv di pubblica. Descrive la cultura del “comportamento sessuale inappropriato”, molto diffusa nell’industria dell’intrattenimento, e rivela di “aver già sentito (quando in passato era stata dirigente Bbc, ndr) voci sul conto di Jimmy Savile”.
Il punto è che, di solito, la Bbc gli scandali li scopre e li espone, non li subisce. Con il caso Savile, sembra finire per lei l’età dell’innocenza.
Il Fatto Quotidiano, 12 Ottobre 2012