Il ministro del Lavoro ha parlato anche degli esodati affermando che "il governo ha cominciato a considerare salvaguardie che hanno interessato finora 120 mila persone, alle quali se ne possono aggiungere altre 10 mila". E ha aggiunto che l'Inps "sta verificando le posizioni ma molti ancora non hanno ricevuto notifica"
Il ministro del Lavoro Elsa Fornero chiude le porte a una sua partecipazione alle prossime elezioni e annuncia di ritornare a fare la professoressa. “Non voglio fare campagna elettorale, penso di aver dedicato energie e competenze in quello che considero un impegno per il Paese che è stato per me motivo di orgoglio”, ha affermato il ministro in una intervista concessa a Maria Latella su SkyTg24. “Intendo chiudere la mia esperienza con il termine del governo tecnico – ha poi aggiunto – e tornare nelle aule universitarie e alla ricerca”.
Per quanto riguarda gli esodati il ministro del Welfare ha affermato che il governo ha cominciato a considerare salvaguardie che hanno interessato finora 120 mila persone, “alle quali se ne possono aggiungere altre 10 mila”. Aggiungendo che “l’Inps sta verificando le posizioni ma molti ancora non hanno ricevuto notifica”.
Intervenendo poco prima al convegno annuale di Assoreti, il ministro ha spiegato che “la pensione pubblica e privata dei giovani, dipenderà strettamente dal risparmio previdenziale accumulato e le scelte di oggi avranno effetti importanti sul reddito disponibile in età anziana”. E ha aggiunto che un momento economico difficile come l’attuale “può indurre gli individui nella tentazione di accorciare gli orizzonti di pianificazione finanziaria e mettere il risparmio e l’investimento previdenziale in secondo piano. Paradossalmente oggi che i nodi previdenziali sono finalmente venuti al pettine e una riforma strutturale è intervenuta per scioglierli, gli scenari previdenziali degli individui sono più equi e trasparenti”.
Elsa Fornero ha sottolineato che “c’è la necessità di invertire la tendenza al declino che ha contrassegnato questo Paese negli ultimi 15 anni e le riforme devono servire per questo, non solo per distribuire sacrifici e certamente non per distribuire nuovi benefici che sono difficili da ritrovare, ma perdere i messaggi giusti e per indurre le persone a fare le scelte giuste”. Secondo il ministro “nessuna delle riforme che sono state fatte in questo Paese ha cancellato l’idea che la centralità della previdenza debba restare nel sistema pubblico”. “Però in maniera faticosa e con decisione con l’ultima riforma abbiamo affermato il principio forte che mette al centro del risparmio pensionistico la responsabilità dei singoli”, ha rilevato poi il ministro del Welfare richiamando l’importanza di mettere da parte le risorse per la pensione integrativa “seguendo i canali della previdenza complementare”.
Infine ha concluso dicendo che “oggi, però, il lavoro è scarso, i redditi sono bassi e la precarietà tra i giovani, che sono poi i destinatari delle previdenza complementare, è molto elevata. Per questo dobbiamo lavorare perché il mercato del lavoro e l’economia del Paese funzionino meglio”.