Per l'eurodeputato Andrea Zanoni (Idv) il "giardino zoologico" potrebbe violare tre direttive europee: "Chiedo alla Commissione di aprire un’indagine per accertare le violazioni. Simili strutture sottopongono gli animali a inutili rischi e costituiscono un potenziale problema per le persone viste le scarse misure di sicurezza”
Finisce in Europa il duello tra le associazioni animaliste e il giardino zoologico Le Dune del Delta. È grazie a un’interrogazione presentata alla Commissione europea dall’eurodeputato Andrea Zanoni (IdV), che si discuterà a Bruxelles del parco faunistico sorto vicino a Mirabilandia (Ravenna). Quanti lo vorrebbero chiuso ne denunciano l’inadeguatezza delle strutture e la mancanza della licenza rilasciata dal ministero dell’Ambiente. “Occorre adeguarsi subito alla direttiva Ue sugli Zoo –tuona Zanoni- oppure chiudere i battenti”.
“Le dune del Delta –si legge nel testo dell’interrogazione- potrebbe violare ben tre direttive europee, quella relativa agli zoo, la habitat e la uccelli. Chiedo alla Commissione europea di aprire un’indagine al fine di accertare queste violazioni e, nel caso venissero accertate, di comandare subito la chiusura del parco”. “Simili strutture –aggiunge Zanoni- sottopongono gli animali a inutili rischi e costituiscono un potenziale problema per le persone viste le scarse misure di sicurezza”.
Nel suo documento Zanoni porta all’attenzione dei commissari Ue anche le “precarie condizioni degli animali detenuti in numero di gran lunga superiore a quello concesso dalla valutazione di impatto ambientale (Via) del Comune”. “È un’affermazione non veritiera” replica Osvaldo Paci, responsabile della struttura per la società Alfa 3000. “Sono rattristato dal comportamento dei politici che senza aver visto il parco denunciano gratuitamente un’iniziativa che dà lavoro a più di 70 persone. Ogni tre, quattro giorni l’Ausl di Ravenna ci controlla e risultiamo sempre all’interno delle norme. Invito pertanto Zanoni a visitarci”.
Il deputato del gruppo europeo dei liberali e democratici si spinge oltre con le accuse, sulla base di una relazione del professore Carlo Consiglio, docente di zoologia a Roma: “Si teme anche –scrive Zanoni- che ad alcuni uccelli, come ibis e fenicotteri, siano state tarpate le ali. Inoltre le numerose specie selvatiche che vivono nel confinante delta del Po potrebbero entrare a contatto con i volatili dello zoo, rendendo reale il rischio di contagio di malattie, sia per gli animali del parco che per l’uomo”. Nessuna violenza viene fatta agli animali per Paci, che si difende dicendo che i fenicotteri possono muoversi liberamente: “Ce ne sono alcuni che volano via e non tornano, altri migratori si fermano nei nostri 13 laghetti”.
Un’altra questione sulla quale le polemiche non sembrano placarsi è quella legata al possesso della licenza per tenere aperta la struttura. La legge in sostanza viene interpretata in maniera diversa da Zanoni e da Paci. Il primo sostiene che il parco è risultato sprovvisto del documento, mentre il responsabile di Alfa 3000 dichiara che “la licenza è a posto. Dopo che la richiesta è stata inoltrata –spiega Paci- deve essere rilasciata in 180 giorni, quindi il nostro parco l’avrebbe dovuta ricevere a dicembre 2011. Non me l’hanno fatta pervenire, per cui io reputo che valga la norma del silenzio assenso. Quando poi farò diffidare i funzionari del ministero dell’ambiente, allora si spicceranno” avverte risoluto Paci, che aggiunge in difesa delle Dune del Delta: “Abbiamo aperto il giardino zoologico investendo 32 milioni di euro in 9 anni, a seguito di tre decreti interministeriali e dopo aver ricevuto l’autorizzazione di 17 enti”.
La questione della licenza non sta esattamente in questi termini per l’avvocato Valentina Stefutti che assiste le associazioni Wwf, Lav, Lac, Enpa: “Paci –afferma la legale- dovrebbe sapere che per quanto riguarda gli adempimenti la legge 241/90 dice l’esatto contrario di quanto lui sostiene: una volta trascorso il termine dei 3 mesi Alfa 3000 avrebbe dovuto impugnare il silenzio rifiuto. Il ministero continua a scrivere che la licenza la darà ma non l’ha data, quindi evidentemente non è tutto a posto. Nel parco –continua Stefutti- ci sono strutture non idonee, poiché inadatte a ospitare le specie animali che vi si trovano. In Italia d’altronde non ce n’è nessuna a norma, tantomeno quella. Andrebbero tutte chiuse, ma sarebbe necessaria una volontà politica. Paci confonde che avere il permesso per detenere gli animali è diverso da averlo per mostrarli e fare attività di giardino zoologico, come di fatto sta facendo”.
Non c’è solo il problema della licenza. Alfa 3000 dovrà attendere anche che venga fissata una nuova udienza al Tar per il ricorso presentato dalle associazioni Lav, Wwf, Lac, Animal liberation, Animal freedom, Clan destino, collettivo Byzantium, Cruelty free, L’occhio verde, Ravenna Punto a capo e Ravenna viva. Gli animalisti contestano l’assenza della valutazione di incidenza ambientale necessaria per la presenza a 15 metri dallo zoo della pineta di Classe, area naturale protetta equiparata come Sic (sito d’importanza comunitaria) e Zps (zona di protezione speciale) a un parco regionale o nazionale.