Le droghe leggere? “Sono pericolose come l’alcol o come il cibo-spazzatura. È giunto il momento di depenalizzarle”. A dirlo, nel Regno Unito, è ora la UK Drug Policy Commission (Ukdpc), un organismo indipendente formato da scienziati, giuristi, politici, medici e operatori sociali. E la conclusione dopo sei anni di studio è proprio questa: la lotta alle droghe cosiddette “leggere” costa al Regno Unito oltre 3 miliardi di sterline all’anno, 3 miliardi e 600 milioni di euro, “uno spreco enorme di risorse” che potrebbe essere ridotto depenalizzando, appunto, il possesso di cannabis e altri stupefacenti. Secondo la commissione, andare in giro con un po’ di “erba” non dovrebbe quindi più essere reato penale, ma solamente un illecito sanzionabile civilmente magari con una multa. E consentirne il possesso “non influirebbe sulla salute pubblica”, mentre “ridurrebbe il mercato illegale e il crimine a esso legato”.

Compito dell’Ukdpc era quello di fornire una relazione al governo in carica guidato dal conservatore David Cameron. E così è stato fatto, quindi ora il primo ministro dovrà tenerne conto. Ma già si prevede una spaccatura all’interno dell’esecutivo. Il ministro dell’Interno Theresa May solo due settimane fa aveva detto: “Non possiamo depenalizzare l’uso delle droghe, che hanno un effetto terribile sulla psiche umana e che creano un problema di ordine pubblico. Io mi opporrò sempre a questa proposta”. Ma il rapporto dell’ente non era ancora arrivato e il fatto che ne facciano parte ex presidenti di associazioni di avvocati, di giudici, di medici e persino di uomini della polizia non farà altro che rendere più “pressanti” le indicazioni che arrivano dallo studio.

Repubblica Ceca e Portogallo sono gli esempi ai quali si rifanno gli esperti della commissione. In questi Paesi sono state addolcite le regole sulle droghe leggere eppure, fanno notare dall’Ukdpc, “non vi è stato un aumento nell’uso di questi stupefacenti”. L’anno scorso, nel Regno Unito, 42mila persone sono state processate per possesso di droga. E a 160mila persone, perlopiù ragazzi, è stato dato un “cannabis warning”, una segnalazione ai servizi sociali e alle famiglie. Però è anche vero che ogni anno in Gran Bretagna circa 2mila persone muoiono per motivi di droga e che le persone tossicodipendenti definite “gravi” sono almeno 320mila. “La cannabis è l’anticamera delle droghe più pesanti”, ha detto il ministro May per supportare il suo parere negativo a un’ipotesi di depenalizzazione.

Ora la commissione chiede che le dirigenze dei tre principali partiti – conservatori, laburisti e liberaldemocratici – si incontrino il prima possibile per discutere la proposta. E chiede anche che si tenga un forum aperto ai contributi dei cittadini e di altri esperti, per capire che cosa veramente voglia il britannico medio. Il primo ministro Cameron non si è ancora espresso, ma è facile immaginare che per un conservatore questo sia un argomento ancora più delicato. Intanto, la stampa britannica sembra abbastanza neutrale, pur con una sottile ironia. Paragonare la cannabis al pollo fritto o agli hamburger pare “un po’ troppo” per un quotidiano conservatore come il Daily Telegraph. Giornali come il Guardian e l’Independent, invece, sembrano accogliere con maggiore favore il risultato dello studio e le indicazioni della commissione. Ed entrambi riportano un’intervista a David Blakey, un ex presidente dell’associazione degli ispettori capo di polizia. Che, da poliziotto, arriva a dire: “La lotta alla droga costa troppo e non produce tutti quei benefici sperati. È giunto il tempo di rivedere il nostro approccio al problema”.

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