Società

Dire, fare, partecipare: il primo comune col bilancio partecipativo

Tutti quelli che si occupano di ambiente in Italia conoscono (o dovrebbero conoscere…) l’esperienza del Comune di Capannori (Lu), salito agli onori della cronaca (Caterpillar, Report, Ambiente Italia, Presa Diretta…) per essere stato il primo comune italiano ad aderire alla strategia internazionale Rifiuti Zero, ponendosi l’obiettivo ambizioso di spingere la raccolta differenziata al massimo riducendo al contempo la produzione a monte dei rifiuti entro il 2020.

La cittadina in provincia di Lucca, 46.000 abitanti per 40 frazioni, con un territorio molto vasto e variegato (pianura e colline si intersecano rendendo qualsiasi azioni sul territorio come ad esempio la raccolta porta a porta spinta dei rifiuti una cosa maledettamente complicata), ha dimostrato in poco tempo che quell’utopia concreta era in realtà un programma ambizioso ma attuabile, visti i risultati che “solo” in pochi anni hanno fatto di Capannori un punto di riferimento e un modello da seguire: 85% di raccolta differenziata, tariffa puntuale e sconti per i cittadini, progetti per la riduzione e il riuso (acqua del sindaco, pannolini lavabili, negozi con prodotti sfusi, distributore di latte crudo alla spina, …).

La giunta guidata dal sindaco Giorgio Del Ghingaro, però, è uno di quei gruppi che non si accontentano quando raggiungono un obiettivo, ed anzi diventa la scusa perfetta per andare avanti, rilanciando, mettendo in campo nuove idee e spunti per sperimentare scelte di sostenibilità sempre più originali, concrete, efficaci.

E’ il caso del progetto “Dire, fare, partecipare”, ad oggi il più grande esperimento di bilancio partecipativo in Italia, grazie al quale decine di residenti del territorio capannorese condividono le scelte dei “decisori politici” amministrando, nel vero senso della parola, un pezzo del bilancio comunale, con il coordinamento dell’Assessore alla Partecipazione Alessio Ciacci.

Come funziona

In pratica, da un paio di anni, grazie alla guida di figure specializzate in questo genere di processi partecipativi (i facilitatori) 80 cittadini estratti tenendo conto di alcuni criteri propedeutici a far sì che possano essere un campione dell’intera cittadinanza, partecipano ad un percorso a tappe che prevede una fase di informazione e formazione circa le risorse disponibili, l’emersione dei problemi e delle esigenze della comunità, l’individuazione di priorità nella realizzazione di nuovi servizi o opere/spazi pubblici. 

Il tutto si conclude poi con una votazione aperta a tutti i cittadini del Comune (compresi gli stranieri e i ragazzi che hanno compiuto 16 anni di età) in cui le persone sono chiamate a votare come spendere i 500.000 euro (erano 400.000 il primo anno) che l’Amministrazione ha messo sul tavolo riservandoli e vincolandoli per questo scopo sul Bilancio di previsione.

Nei giorni scorsi, questo percorso di democrazia dal basso ha visto germogliare i suoi primi frutti, con l’inaugurazione dell’area da gioco nel giardino della scuola primaria di Capannori, uno spazio in mezzo al verde dove i bambini possono giocare in libertà e sicurezza. Perché la priorità individuata dai cittadini (che possono votare via mail o andando nella “settimana del voto” presso la sede municipale) è stata quella di investire nelle scuole del territorio, che hanno beneficiato delle risorse pubbliche per interventi manutentivi di primaria importanza e utilità.

Quindi, per riassumere, in quest’Italia in cui la politica è quanto mai lontana dalle esigenze della popolazione e dove ogni giorno i giornali riportano il bollettino fresco di scandali e disservizi, ecco un’isola felice in cui gli amministratori escono dalle istituzionali portandole dentro la comunità, condividendo le scelte di governo del territorio con i protagonisti assoluti di un comune: i cittadini! 

Appunto: dire, fare, partecipare!