L'appuntamento promosso dalla Royal Society: "Puoi dire una manciata di nomi di donne che hanno fatto la differenza? Perché non ci sono o perché è come fossero invisibili?". Incontri e seminari a Torino, Milano e Vicenza
“Senza pensarci troppo: puoi dire una manciata di nomi di donne che hanno fatto la differenza nella tecnologia? È perché non ci sono o perché è come se fossero invisibili?”: con queste parole la professoressa di sviluppo cognitivo e membro della Royal Society, Uta Firth, ha proclamato ufficialmente una edit-a-thon su Wikipedia, un “appuntamento” per creare pagine sull’enciclopedia online più celebre. Non solo una giornata per sensibilizzare sull’importanza di alcune figure femminili nel processo tecnologico dell’uomo, ma una vera e propria maratona con l’obiettivo di dare il giusto tributo al profilo di donne ingiustamente poco valorizzate. Non si vuole sostenere che Wikipedia sia l’unica fonte del sapere collettivo ma, come sostiene Uta Firth: “Se non puoi trovarle facilmente in un sito come Wikipedia, non conoscerai nulla della loro vita. Penserai quindi che non siano importanti”.
L’iniziativa è in programma venerdì prossimo alla Royal Society di Londra e potrà essere seguita anche in streaming. Le prime indiscrezioni danno già per certa la modifica di alcuni profili giudicati importanti nella storia dell’uomo come Maria Buckland, finora appena accennata nel profilo del marito William con cui però ha collaborato intensamente per l’identificazione e catalogazione di numerosi fossili. Tra i profili scelti ci saranno anche dame Kathleen Lonsdale che ha scoperto la struttura chimica del benzene e Elsie Widdowson che ha curato l’introduzione di vitamine nelle razioni di cibo durante la seconda guerra mondiale. “L’idea di Wikipedia – ha aggiunto Uta Firth – ha toccato in me un nervo scoperto perché circa un anno fa ho letto che il profilo tipico del redattore delle voci su Wikipedia è un uomo. Questo aspetto ha acceso un campanello d’allarme in me, perché è una cosa a cui di solito non facciamo troppo caso”.
L’iniziativa della Royal Society si inserisce nel calendario degli appuntamenti per il Lovelace Day, una ricorrenza festeggiata il 16 ottobre proprio con l’obiettivo di valorizzare maggiormente la figura femminile nella ricerca tecnologica, ingegneristica, scientifica e matematica. Ada Lovelace, vissuta a Londra tra il 1815 e il 1852, è ricordata per aver lavorato alla “macchina analitica” di Charles Babbage, un prototipo mai realizzato se non in tempi recenti, definito però come il vero antenato degli attuali computer. Sul sito ufficiale dell’evento, FindingAda.com, si possono trovare alcune indicazioni sulle iniziative del Lovelace-Day ’12 tra cui incontri, seminari e contest. Anche l’Italia parteciperà alla ricorrenza con tre eventi in altrettante città italiane: si è cominciato oggi da Torino nella Sala delle Colonne di piazza Palazzo di Città con il dibattito sul ruolo della donna introdotto da Elia Bellussi con la partecipazione di Simona Ronchi della Rocca, Bice Fubini, Debora Fino, Anita Calcatelli e Cristina Bonino. Proseguirà Milano con l’appuntamento delle Girl Geek Dinners venerdì alle 18 alla libreria Hoepli e chiuderà Vicenza il 21 ottobre al bed&breakfast Ada Lab con la presentazione di un libro sulla storia delle donne protagoniste nel mondo della musica elettronica e un concerto che avrà la serie di Fibonacci come unico filo conduttore.
Seppur l’iniziativa della edit-a-thon di Wikipedia si concentrerà sulle figure femminili della storia, la situazione non si discosta molto dalla realtà. Secondo uno studio unico nel suo genere redatto dalla Wisat – Woman in global science & technology, la figura femminile risulta essere ancora poco rappresentata nelle materie scientifiche. In alcuni corsi di laurea come ingegneria, informatica e fisica, le donne iscritte risultano essere al di sotto del 30% in quasi tutti i principali paesi del mondo. “Queste economie – è stato il commento di Sophia Huyer, a capo del progetto di ricerca – operano sotto il paradigma esistente che, se diamo un maggiore accesso alla formazione per le ragazze e le donne, questo aspetto permetterà loro di guadagnare la parità con gli uomini in questi settori. Questo paradigma ha dettato però il nostro approccio al problema per oltre un decennio e siamo ancora abituati a vedere solamente i cambiamenti che generano un aumento. Il rapporto indica chiaramente che l’accesso all’istruzione non è una soluzione in sé e per sé. È solo una parte di quello che dovrebbe essere un approccio multi-dimensionale del problema. Di certo, non esiste una soluzione semplice”.