Dopo qualche settimana riprendono le cronache dal Viaggio nell’Italia che cambia! Tra i continui spostamenti e le sempre nuove esperienze mi sono perso un po’ di pezzi. Con oggi comincio a rimettere le cose a posto.
Impossibile, qui, approfondirli tutti. Vi trasmetterò quindi qualche sensazione di getto, rimandandovi al futuro libro per gli approfondimenti. La sensazione che mi è rimasta più impressa di Venezia è il forte desiderio di partecipazione e di riappropriazione degli spazi pubblici unito ad una grande frustrazione per una città, percepita da tutti quelli con cui ho parlato, come decadente. La popolazione, ridottasi da 150.000 a 50.000 in pochi anni, è via via fuggita verso Mestre o verso “altri lidi”. Le case si sono svuotate, diventando seconde abitazioni o vuote. Eppure Venezia, per citar Michela Scibilia, potrebbe essere la città del futuro. Per sua storia e conformazione, infatti, è una città pedonale, bellissima, con un tessuto sociale fortissimo e delle tradizioni altrettanto forti.
Della conferenza ho già detto. Vorrei solo aggiungere che l’organizzazione è stata davvero eccellente, la coerenza altissima (i pasti erano serviti in piatti di porcellana, l’usa e getta ridotto ai minimi termini, la raccolta differenziata ovunque), la partecipazione agli incontri alta e appassionata. Ho trovato un po’ “scontato” il programma ufficiale della conferenza, ma credo questo sia dipeso dal tentativo di creare un programma che fosse allo stesso tempo adatto sia ad un pubblico generalista che ad un pubblico esperto (da qui i tanti workshop). Comunque, dopo anni che partecipo ad eventi del genere, devo dire che è stato quello che ho trovato meglio organizzato.
Dopo la conferenza sono stato alla premiazione dei Comuni Virtuosi a Corchiano. Rientrato in Veneto ho incontrato Domenico Gerardi, di Arcipelago Scec, che ha fatto partire un circuito di oltre 40 realtà nel suo territorio (Caorle) in cui circola questa “moneta” che aiuta a diffondere solidarietà e socialità. Domenico è stato davvero gentile e accogliente. Una potenza di entusiasmo e progettualità.
Lo stesso giorno ho dormito nei pressi di un cohousing alle porte di Venezia, dove ho incontrato Solenn e il suo compagno, che mi hanno illustrato la loro storia fatta di condivisione di spazi e sperimentazione artistica e della (non sempre facile) convivenza con Bruno e gli altri abitanti della fattoria. Un’esperienza ancora una volta arricchente e formativa.
Ancora qualche chilometro più in là, ed eccomi a discutere di conservazione delle biodiversità alimentari con Stefano Sanson di Slow Food. Anche qui, le iniziative e i risultati scaturiti dall’azione e dagli stimoli di una singola persona mi ha confermato che se si vuole, si può influire in modo notevole sul proprio territorio!
E la conferma è arrivata poche ore dopo da Carla Poli, del centro riciclo Vedelago, che ha fatto dell’unione tra imprenditoria, ricerca, ed eco-sostenibilità la sua fortuna e quella dei paesi serviti dalla sua azienda.
Restano poche righe per invitarvi ad ascoltare l’intervista radiofonica rilasciata alla Radio del “Sole 24 Ore” in cui descrivo l’esperienza di alcuni imprenditori del padovano (trovate il mio intervento al minuto 13) e per citare e ringraziare Andrea Tronchin (di Arcipelago Scec), Alessandro Scotti, Marco Pulze e il comitato Opzione Zero, che mi ha illustrato le tante problematiche relative al territorio che sorge sul Brenta, uno splendido corso d’acqua che unisce Padova a Venezia, continuamente minacciato da cementificazioni e inquinamenti.
Volete scoprire l’altra Italia? Venite a trovarmi sul sito del progetto
Al termine del viaggio realizzerò un libro e un documentario che racchiuderanno questa esperienza.