Secondo la Procura, Rossano Breno avrebbe mediato affinché la Regione Lombardia favorisse gli interessi dell'imprenditore Pierluca Locatelli per trasformare una cava in discarica. Nel mirino un atto proposto da Formigoni che si dice "dispiaciuto" ma difende la delibera: "Perfettamente legittima"
Per la Procura di Milano avrebbe mediato affinché la Regione Lombardia favorisse gli interessi dell’imprenditore Pierluca Locatelli. A seguito delle accuse di corruzione dei pm, Rossano Breno si è dimesso dalla carica di presidente di Compagnia delle Opere di Bergamo. Tutto è partito dall’inchiesta sull’ex assessore Nicoli Cristiani e secondo i pm l’amministrazione regionale favorì “con atti contrari ai doveri d’ufficio” gli interessi di Locatelli che voleva l’ok per trasformare una cava in discarica.
Il ruolo della Compagnia delle opere nell’affare era già emerso nelle carte dell’arresto dell’ex politico e nell’inchiesta rientra una delibera della Giunta regionale approvata il 20 aprile dell’anno scorso “su proposta del presidente Roberto Formigoni” per l’apertura della discarica. Delibera che il governatore della Lombardia, dispiaciuto “per gli amici implicati in questa vicenda”, ha definito “perfettamente legittima” e “approvata all’unanimità”.
Breno si dice sereno e ribadisce di essere estraneo alle accuse. “Ho sempre cercato di agire nel rispetto delle regole – fa sapere in una nota -. Ne è testimonianza la mia vita, dedicata alla mia azienda, e il mio impegno nelle opere caritative ed educative”. Breno vuole evitare che i suoi guai giudiziari “rechino pregiudizio in alcun modo alle attività e all’immagine pubblica di Compagnia delle Opere di Bergamo”.
Ieri la Guardia di finanza ha perquisito le sedi Mediberg e Custodia, le due società rispettivamente amministrate da lui e dall’ex vice presidente Luigi Brambilla. Dalla documentazione raccolta in passato da inquirenti e investigatori, dalle intercettazioni e dagli interrogatori, tra i quali quelli dello stesso Locatelli, emerge “un diretto coinvolgimento” dei due affinché gli amministratori della Regione Lombardia “con cui erano in contatto, favorissero – si legge nel decreto di perquisizione – con atti contrari ai doveri d’ufficio, gli interessi” dell’imprenditore. Inoltre avrebbero usato i loro uffici “per stringere accordi criminosi” con Locatelli e per “fabbricare” tutta la documentazione contabile e contrattuale necessaria per giustificare il pagamento di mazzette, parecchie centinaia di migliaia di euro in contanti. In più, secondo la ricostruzione dei pm, oltre alle tangenti, Breno e Brambilla, per la loro attività di presunti “mediatori” in Regione, avrebbero ricevuto dall’imprenditore altre utilità”: lavori gratuiti per costruire la scuola Imiberg (è anche sede di una fondazione), sempre a Bergamo.