I grandi soci del Corriere della Sera ieri riuniti in assemblea non hanno trovato l’accordo e hanno preso ancora tempo fino alla fine dell’anno, in attesa del piano strategico dell’editrice Rcs Mediagroup su cui è al lavoro il nuovo amministratore delegato Pietro Scott Jovane. “Aspettiamo il piano che sta preparando l’amministratore delegato e valutiamolo. Siamo prontissimi a ricapitalizzare l’azienda”. Così Diego Della Valle che in agosto è salito all’8,7% della società, pur essendo uscito dal patto di sindacato che controlla la maggioranza della casa editrice e che ieri si è astenuto dalla votazione che ha deliberato il rinvio di ogni decisione sui rimedi da prendere per risolvere i problemi finanziari della società. Il Cdr (comitato di redazione, la rappresentanza sindacale dei giornalisti) del Corriere in un comunicato aveva chiesto al patto composto tra gli altri da Fiat, Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Generali, Italcementi e Pirelli, di sottoscrivere un aumento di capitale da 400 milioni di euro, per evitare tagli ai costi che incidano sul “patrimonio giornalistico”. L’attacco del cdr è duro: “Gli azionisti del patto hanno percepito copiosi dividendi. Anche negli ultimi esercizi (2007-2011) il monte dividendi ha raggiunto quota 108 milioni di euro, contro risorse provenienti da aumenti di capitale pari a zero”. Ora, scrivono i giornalisti, “è venuto il momento di onorare l’impegno che è implicito” per chi compra azioni “del più grande quotidiano di informazione italiano”. Cioè rimettere i soldi in azienda
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