Un diamante – si usa dire – è per sempre. Vale per i gioielli regalati, ma non solo. Da alcuni anni l’usanza di trasformare in diamanti le ceneri di una persona cara scomparsa si sta diffondendo anche in Italia. Attraverso un procedimento chimico in laboratorio il carbonio contenuto nelle ceneri del defunto diventa una pietra preziosa, che, “in base alla quantità di boro presente, può assumere varie tinte di blu”. Si tratta di una sepoltura “alternativa”, che supera le barriere della tradizione, permettendo a chi “rimane” di tenere sempre vicino a sé il caro estinto.
“Il primo piccolo boom di richieste in Italia si è avuto nel 2010”, spiegano dall’azienda con sede legale a Roma che dal 2008 si occupa del trasporto delle ceneri dei defunti nei laboratori svizzeri, dove la trasformazione della cenere in diamanti è considerata una forma di sepoltura. “Da allora sono state alcune decine le persone che hanno voluto trasformare le ceneri del proprio caro in diamante”. Una volta estratto il carbonio dalle ceneri – spiegano – nei laboratori vengono ricreate le medesime condizioni di temperatura e pressione che in natura portano alla formazione dei diamanti. Ciò che si ottiene sono veri diamanti con le medesime caratteristiche ottiche, fisiche e chimiche dei diamanti naturali. Il costo dell’operazione varia dai “3.500 euro iva esclusa per un diamante di un quarto di carato a 13 mila euro per un diamante di un carato, che richiede una lavorazione più lunga. Spese talvolta simili a quelle di sepoltura”. Il processo al momento può avvenire “solo in Svizzera, in Italia non è previsto. L’unico atto burocratico richiesto ai cittadini italiani che desiderano procedere è il passaporto mortuario emesso dal comune di residenza che consente di trasferire l’urna all’estero ai fini della sepoltura”.
Ma in Italia esiste ancora una certa ritrosia verso questa pratica, proprio per “questioni culturali” e “le onoranze funebri hanno il timore di proporla ai parenti dei defunti. La maggior parte di richieste arriva comunque dal centro-nord, in particolare da Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria e Toscana. Chi si rivolge a noi – sostiene l’azienda – non è particolarmente ricco, né eccentrico, ha solo un importante rapporto col defunto che desidera mantenere in qualche modo”. Talvolta dalle ceneri (“quelle dei defunti italiani, per legge, devono essere utilizzate in toto”) si ricava “anche più di un diamante: è successo che dalle ceneri di un uomo si siano ricavati due diamanti per moglie e figlia”. Nei laboratori svizzeri nascono ogni anno circa 1.000 “diamanti della memoria” e “le maggiori richieste si hanno dal Giappone e, per quanto riguarda l’Europa, da Germania, Austria, Svizzera e Spagna”.