Il presidente del Copasir a 'Otto e mezzo' su La7 ha spiegato di sostenere Bersani e si è scagliato contro il sindaco di Firenze che è "parte della nomenklatura" e "un competitor" di Grillo
Pieno sostegno a Pier Luigi Bersani, dichiarazioni di fuoco su Matteo Renzi. Massimo D’Alema sceglie lo studio televisivo di Otto e mezzo, su La7, per dire la sua sull’ipotesi di rinuncia alla candidatura. “Ho cambiato radicalmente idea”, dice il presidente del Copasir: “Se vince Bersani non chiederò deroghe. Ma se le primarie le vincerà Renzi sarà scontro, sarà scontro politico”. Nessuna richiesta di deroga se a spuntarla, nelle primarie di centrosinistra, sarà l’attuale segretario Pd: “In quel caso lui sa che dispone del posto in lista che fu mio. Per lui sono pronto a dare battaglia”. I toni cambiano, e molto, quando invece si ipotizza una vittoria del sindaco di Firenze, che “sarà origine di divisione”. D’Alema respinge la definizione di Renzi-rottamatore: “Fa parte della nomenklatura” perché “è stato presidente della Provincia. Semmai è Grillo il vero rottamatore”. E vede Renzi come un ‘competitor’, uno che vende la stessa merce”.
Nei giorni scorsi D’Alema aveva annunciato di non avere intenzione di candidarsi a meno che non glielo avesse chiesto il partito. La risposta del segretario del Pd, però, era stata netta: non gli avrebbe chiesto di presentarsi alle prossime politiche. “Quando Bersani dice che D’Alema è una persona che sta con me sul rinnovamento – ha detto l’ex premier durante la trasmissione – lo dice perché sa che io sono dispostissimo a lasciare il Parlamento, ma non a porre fine alla mia vita politica”. Anzi, sgombrando il campo dall’accusa di chi dice che “sostengo Bersani per difendere il mio posto, potrò andare in giro per l’Italia a sostenere la sua candidatura di Bersani” senza equivoci. “Io – aggiunge – rinuncio alla candidatura perché penso che questo mi consenta di fare meglio la battaglia politica”.
Una battaglia da cui non intende ritirarsi. D’Alema a La7 anticipa i contenuti di un’intervista a L’Unità in cui spiega le ragioni che lo hanno portato ad annunciare che non si ricandiderà se Bersani sarà candidato premier. Certo della vittoria alle primarie del segretario, si auto-nomina per un non meglio precisato incarico: “Io ho piena fiducia che vinca Bersani e io già mi sento impegnato in un incarico extraparlamentare”. Il presidente del Copasir sostiene di avere già annunciato un paio di mesi fa a Bersani che avrebbe rinunciato alla candidatura e poi di aver deciso di ‘resistere’ a fronte della campagna rottamatrice di Renzi. In un’intervista pubblicata su Repubblica aveva detto: “Chi mi crede un cane morto si sbaglia di grosso“. Ma ora l’ex segretario precisa: “L’annuncio di Walter Veltroni (che domenica ha comunicato di non avere intenzione di ricandidarsi, ndr) mi ha creato qualche problema. E’ scattata subito la caccia all’uomo. Ma è sciocco dire che lo abbia fatto per mettermi in difficoltà”.
Che cosa dovrà fare Monti dopo le elezioni? D’Alema non ha dubbi: “Gli ho ricordato l’esperienza di Ciampi che fu presidente del Consiglio in un governo di salvezza nazionale e poi ministro dell’economia in un governo del centrosinistra”.