L’ambientalismo, inteso come movimento, l’ho già detto in un altro post, è in crisi. Quanto meno, lo è l’ambientalismo inteso come associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero dell’Ambiente, che sono poi quelle sulla bocca di tutti: WWF, Legambiente, & company.
Ho già anche avuto modo di dire che queste associazioni soffrono di vecchiaia, che il movimentismo, inteso come comitati o gruppi in cui ci si impegna direttamente, ha più presa sui giovani. Ho detto tutto questo, ma non ho detto altro, che secondo me è altrettanto importante, anche, tra l’altro, per cercare in qualche modo di difendermi da accuse che mi vengono spesso e credo “volentieri” rivolte.
Le associazioni, diciamolo, spesso fanno autogol mostruosi. Tipo quando contrattano le sponsorizzazioni. C’era un periodo in cui Legambiente veniva sponsorizzata dalle Ferrovie dello Stato, peraltro quelle già trasformate in società per azioni. C’era da stupirsi se, almeno a livello centrale, Legambiente non era così calda sul tema della Torino – Lione ed oggi è addirittura favorevole alla AV Napoli – Bari? Oppure quando la stessa associazione sponsorizza un tipo di tonno, la cui pesca garantirebbe la sopravvivenza delle tartarughe. Peccato che sponsorizzare la pesca del tonno al giorno d’oggi non sia il massimo della coerenza per un’associazione che si definisce ambientalista.
Oppure quando si scelgono i rappresentanti: il WWF insegna, con il principe Carlo d’Inghilterra o re Juan Carlos di Borbone, che forse non sono proprio da additare ad esempi come ambientalisti. Già questo è un problema, ma ve n’è un altro di fondo che vale la pena di citare.
Il movimento ambientalista italiano aderisce da sempre ad una corrente, che viene definita “ecologia superficiale”. Cos’è l’ecologia superficiale? È, detto molto rozzamente, quel settore dell’ambientalismo che non mette in discussione i fondamenti della nostra società, ma ritiene che alla stessa debbano essere apportati semplici aggiustamenti. Detto altrimenti, l’ecologia superficiale aderisce al cosiddetto “sviluppo sostenibile”, locuzione coniata nel 1987 ed adottata anche dall’IUCN – The World Conservation Union, cui aderiscono appunto le maggiori associazioni ambientaliste. Quindi, non è necessario mettere in discussione lo sviluppo, ma occorre reindirizzarlo.
Ma di ecologia esiste anche un’altra branca, l’”ecologia profonda” (definizione coniata da Arne Naess), la quale da sempre invece sostiene che occorre ripensare l’evoluzione della società, che essa non deve necessariamente svilupparsi, ma anzi deve trovare un modus vivendi con la natura di tipo olistico, di interazione e rispetto. L’ecologia profonda mette pertanto in crisi lo sviluppo inteso come necessità, a favore di un altro modello di vita, non più antropocentrico. La classica associazione che aderiva all’ecologia profonda era Earth First!
&list=UUTijCjoeM1RiDqM5GMDx3rQ&index=3&feature=plcp
Appare chiaro che oggi come oggi il modello, l’unico modello proponibile di ecologia non è già quello superficiale, ma quello profondo. Non è un caso che la stessa Legambiente (un colpo al cerchio ed uno alla botte) proponga oggi campagne che con lo sviluppo sostenibile non hanno nulla a che fare, tipo quella dello stop al consumo di territorio, peraltro mutuata da un’associazione che ne ha fatto il proprio scopo esistenziale.
Del resto, l’ecologia superficiale è un’invenzione di sana pianta che nulla ha a che fare con i padri dell’ambientalismo, come Thoreau, Emerson, Muir, che sicuramente sono più assimilabili ai canoni dell’ecologia profonda.
Appare infine altresì chiaro agli occhi di chi è attento alle cose di questo mondo, che non esiste un altro sviluppo diverso da quello attualmente in atto. E che sviluppo sostenibile è una contraddizione in termini: o scegli lo sviluppo o scegli la sostenibilità. Delle due l’una, ma ambedue non convivono. Non è pertanto assolutamente strano che chi oggi vuole impegnarsi in campo ambientale non dia la delega ad associazioni che appaiono vecchie nella struttura, contraddittorie ed in ritardo sui tempi. Con questo non sono certo sicuro che se l’associazionismo fosse più radicale avrebbe più adepti fra i giovani. Ma almeno sarebbe meno antistorico.
Per concludere, si sarà capito, io aderisco alla corrente dell’ecologia profonda. Spero con questo che almeno una parte delle critiche mi vengono rivolte, mi siano d’ora in poi avanzate. Per chi volesse approfondire le tematiche di ecologia profonda e superficiale consiglio il libro: B. Devall, G. Session, “Ecologia Profonda“, Gruppo Abele, Torino 1989. Se riuscite ancora a trovarlo.
Fabio Balocco
Scrittore in campo ambientale e sociale
Ambiente & Veleni - 17 Ottobre 2012
Ecologia profonda e superficiale: istruzioni per l’uso
L’ambientalismo, inteso come movimento, l’ho già detto in un altro post, è in crisi. Quanto meno, lo è l’ambientalismo inteso come associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero dell’Ambiente, che sono poi quelle sulla bocca di tutti: WWF, Legambiente, & company.
Ho già anche avuto modo di dire che queste associazioni soffrono di vecchiaia, che il movimentismo, inteso come comitati o gruppi in cui ci si impegna direttamente, ha più presa sui giovani. Ho detto tutto questo, ma non ho detto altro, che secondo me è altrettanto importante, anche, tra l’altro, per cercare in qualche modo di difendermi da accuse che mi vengono spesso e credo “volentieri” rivolte.
Le associazioni, diciamolo, spesso fanno autogol mostruosi. Tipo quando contrattano le sponsorizzazioni. C’era un periodo in cui Legambiente veniva sponsorizzata dalle Ferrovie dello Stato, peraltro quelle già trasformate in società per azioni. C’era da stupirsi se, almeno a livello centrale, Legambiente non era così calda sul tema della Torino – Lione ed oggi è addirittura favorevole alla AV Napoli – Bari? Oppure quando la stessa associazione sponsorizza un tipo di tonno, la cui pesca garantirebbe la sopravvivenza delle tartarughe. Peccato che sponsorizzare la pesca del tonno al giorno d’oggi non sia il massimo della coerenza per un’associazione che si definisce ambientalista.
Oppure quando si scelgono i rappresentanti: il WWF insegna, con il principe Carlo d’Inghilterra o re Juan Carlos di Borbone, che forse non sono proprio da additare ad esempi come ambientalisti. Già questo è un problema, ma ve n’è un altro di fondo che vale la pena di citare.
Il movimento ambientalista italiano aderisce da sempre ad una corrente, che viene definita “ecologia superficiale”. Cos’è l’ecologia superficiale? È, detto molto rozzamente, quel settore dell’ambientalismo che non mette in discussione i fondamenti della nostra società, ma ritiene che alla stessa debbano essere apportati semplici aggiustamenti. Detto altrimenti, l’ecologia superficiale aderisce al cosiddetto “sviluppo sostenibile”, locuzione coniata nel 1987 ed adottata anche dall’IUCN – The World Conservation Union, cui aderiscono appunto le maggiori associazioni ambientaliste. Quindi, non è necessario mettere in discussione lo sviluppo, ma occorre reindirizzarlo.
Ma di ecologia esiste anche un’altra branca, l’”ecologia profonda” (definizione coniata da Arne Naess), la quale da sempre invece sostiene che occorre ripensare l’evoluzione della società, che essa non deve necessariamente svilupparsi, ma anzi deve trovare un modus vivendi con la natura di tipo olistico, di interazione e rispetto. L’ecologia profonda mette pertanto in crisi lo sviluppo inteso come necessità, a favore di un altro modello di vita, non più antropocentrico. La classica associazione che aderiva all’ecologia profonda era Earth First!
&list=UUTijCjoeM1RiDqM5GMDx3rQ&index=3&feature=plcp
Appare chiaro che oggi come oggi il modello, l’unico modello proponibile di ecologia non è già quello superficiale, ma quello profondo. Non è un caso che la stessa Legambiente (un colpo al cerchio ed uno alla botte) proponga oggi campagne che con lo sviluppo sostenibile non hanno nulla a che fare, tipo quella dello stop al consumo di territorio, peraltro mutuata da un’associazione che ne ha fatto il proprio scopo esistenziale.
Del resto, l’ecologia superficiale è un’invenzione di sana pianta che nulla ha a che fare con i padri dell’ambientalismo, come Thoreau, Emerson, Muir, che sicuramente sono più assimilabili ai canoni dell’ecologia profonda.
Appare infine altresì chiaro agli occhi di chi è attento alle cose di questo mondo, che non esiste un altro sviluppo diverso da quello attualmente in atto. E che sviluppo sostenibile è una contraddizione in termini: o scegli lo sviluppo o scegli la sostenibilità. Delle due l’una, ma ambedue non convivono. Non è pertanto assolutamente strano che chi oggi vuole impegnarsi in campo ambientale non dia la delega ad associazioni che appaiono vecchie nella struttura, contraddittorie ed in ritardo sui tempi. Con questo non sono certo sicuro che se l’associazionismo fosse più radicale avrebbe più adepti fra i giovani. Ma almeno sarebbe meno antistorico.
Per concludere, si sarà capito, io aderisco alla corrente dell’ecologia profonda. Spero con questo che almeno una parte delle critiche mi vengono rivolte, mi siano d’ora in poi avanzate. Per chi volesse approfondire le tematiche di ecologia profonda e superficiale consiglio il libro: B. Devall, G. Session, “Ecologia Profonda“, Gruppo Abele, Torino 1989. Se riuscite ancora a trovarlo.
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Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Le "elite di sinistra" si sono "recentemente indignate per il discorso di JD Vance a Monaco in cui il vicepresidente ha giustamente affermato che prima di discutere di sicurezza, dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo. Non stava parlando di tariffe o bilance commerciali su cui ognuno difenderà i propri interessi preservando la nostra amicizia". Mo ha sottolineato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento al Cpac.
"Il vicepresidente Vance stava discutendo di identità, democrazia, libertà di parola. In breve, il ruolo storico e la missione dell'Europa. Molti hanno finto di essere indignati, invocando l'orgoglio europeo contro un americano che osa farci la predica. Ma lasciate che ve lo dica io, da persona orgogliosa di essere europea - ha detto ancora - Innanzitutto, se coloro che si sono indignati avessero mostrato lo stesso orgoglio quando l'Europa ha perso la sua autonomia strategica, legando la sua economia a regimi autocratici, o quando i confini europei e il nostro stile di vita sono stati minacciati dall'immigrazione illegale di massa, ora vivremmo in un'Europa più forte".
(Adnkronos) - "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno. So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta".
"Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "So che con Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, non vedremo mai più il disastro che abbiamo visto in Afghanistan quattro anni fa. Quindi sicurezza delle frontiere, sicurezza delle frontiere, sicurezza energetica, sicurezza economica, sicurezza alimentare, difesa e sicurezza nazionale per una semplice ragione. Se non sei sicuro, non sei libero". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "C'è una crescente consapevolezza. C'è una crescente consapevolezza in Europa che la sicurezza è ora la massima priorità. Non puoi difendere la tua libertà se non hai i mezzi o il coraggio per farlo. La felicità dipende dalla libertà e la libertà dipende dal coraggio. Lo abbiamo dimostrato quando abbiamo fermato le invasioni, conquistato le nostre indipendenze e rovesciato i dittatori". Così la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
"E lo abbiamo fatto insieme negli ultimi tre anni in Ucraina, dove un popolo orgoglioso combatte per la propria libertà contro un'aggressione brutale. E dobbiamo continuare oggi a lavorare insieme per una pace giusta e duratura. Una pace che può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - In Ucraina "un popolo coraggioso combatte contro una brutale aggressione". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "I nostri avversari sperano che Trump si allontani da noi. Io lo conosco, e scommetto che dimostreremo che si sbagliano. Qualcuno può vedere l'Europa come distante, lontana. Io vi dico: non è così". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio alla convention Cpac a Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La propaganda diceva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, avrebbe scoraggiato gli investitori, avrebbe soppresso le libertà, ma erano fake. L'Italia sta meglio, l'economia cresce" l'arrivo di migranti "si è ridotto del 60%. Stiamo facendo aumentare le libertà in tutti gli aspetti della vita del paese". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.